Roberta de Turisti per Sbaglio qualche giorno fa ha lanciato una di quelle sfide che probabilmente io non supererei.
Dopo aver letto “Nelle foreste siberiane” di Sylvain Tesson – la storia di un viaggiatore che decide di passare 6 mesi in una cabane, ovvero un rifugio di legno di 9 mq sulle sponde del Lago Bajkal, in Siberia, portandosi dietro una cassa contenente 60 libri che gli avrebbero fatto compagnia durante le lunghe giornate in solitaria – Roberta ha invitato il popolo del web ad elencare i 10 libri che porteremmo con noi nella stessa situazione.
Come premesso, probabilmente non supererei i 6 mesi di isolamento nell’inverno siberiano, quantomeno non andando fuori di testa, ma a voler essere ottimisti, ecco la lista dei libri che sicuramente porterei con me per farmi compagnia.
Un classico della letteratura italiana
Tra Pirandello, Verga, Boccaccio, Svevo. Uno di quei libri che dopo la fine della scuola ho evitato per anni perché sulla copertina leggevo tutta la noia di una lettura imposta e che, nell’età adulta, invece sto riscoprendo con piacere.
L’ibisco viola – Chimamanda Ngozi Adichie
Un volumetto dalle pagine ingiallite, di seconda mano, preso a quattro soldi un paio di giorni fa in un cafè-libreria a Ginevra: è l’ultimo libro che ho comprato e il mio primo in francese. Parla del lungo cammino verso l’indipendenza di un Paese, la Nigeria, dell’imparare a gestire qualcosa di nuovo: la propria libertà, ma soprattutto parla di Africa. Lo porterei con me perché leggere d’Africa mi scalderebbe il cuore e farlo in francese mi aiuterebbe a non dimenticare del tutto quanto imparato finora.
Mille splendidi soli – Khaled Hosseini
Un libro acquistato subito dopo la pubblicazione, letto fino alla fine con molta fatica, con un peso sul cuore che spesso mi costringeva a chiuderlo per riprendere fiato, tra le cui pagine rivedevo il volto delle donne afghane che erano state la mia famiglia fino a poco tempo prima. Ora, a distanza di diversi anni, probabilmente riuscirei a godermi la lettura di questo bellissimo libro con un pizzico di distacco emotivo. Forse.
So che, quando questa guerra sarà finita, l’Afghanistan avrà forse più bisogno di donne che di uomini. Perché una società non ha nessuna possibilità di progredire se le sue donne sono ignoranti, nessuna possibilità.
La Metamorfosi – Franz Kafka
Un libro che non ha bisogno di presentazioni; letto in classe a più riprese, scelto per noi dalla nostra prof di lettere: un libro che non ho più riletto, ma che rimane uno tra quelli che più mi sono piaciuti.
Tra le vite di Londra – Worth Jennifer
Non ho ancora letto questo libro, ma rispecchia in pieno il genere delle storie che preferisco: l’East End della prima metà del ‘900, uno spaccato della vita nella capitale inglese nei quartieri poveri, la classe proletaria che, nei secoli, ha dato vita alla cultura Cockeny.
Tecniche di sopravvivenza. Survival in ogni parte del mondo, in tutte le condizioni ambientali e climatiche – Alexander Stilwell
Qui andiamo sul pratico.. per evitare la fine di Christopher McCandless.
Un regalo per Daisy – Stacey McGlynn
Un romanzo dal sapore un po’ romantico che racconta di come una donna, dopo il ritrovamento fortuito di un vecchio regalo, abbandona la sua vita tranquilla e solitaria da settantasette e la stravolge partendo per un lungo viaggio oltreoceano, alla ricerca del suo passato.
I pilastri della Terra – Ken Follett
Un libro consigliatomi che non ho ancora letto, ma che contiene tutti gli elementi di una storia che potrebbe coinvolgermi: ancora Inghilterra, contesto storico reale, cospirazioni e una figura femminile forte e controversa.
Un libro a caso di Sophie Kinsella
In lingua originale. Perché la sua penna è quello che ci vuole per staccare la spina dopo una lettura impegnativa: i suoi libri mi hanno regalato le migliori risate durante la mia vita da pendolare e dopo uno di quei mattoni sui quali solitamente mi butto e chi mi stravolgono le testa.
Lonely Planet
Una guida per pianificare il viaggio in un Paese baciato dal sole. Probabilmente porterei con me il volume sull’Australia: 1300 pagine sono il minimo necessario per sognare un ritorno nella terra dei canguri, durante i lunghi 6 mesi di isolamento nella fredda Siberia.
Eccomi finalmente con qualche minuto per leggerti con tutto comodo. Gran varietà di libri, scelta saggia perché che ne sappiamo se in cabane avremo bisogno di grande letteratura o di piccoli sogni Probabilmente di entrambi dunque meglio spaziare. Si Kinsella, come la mia Austen sono armi indispensabili per ritrovare il sorriso. Da patita della Gran Bretagna mi appunto i libri UK (anzi ti chiedo i tuoi preferiti). Non ce la farei a portarmi Hosseini in Cabane, ma che significa le “donne afghane che erano state la mia famiglia”? Mi ispira tanto “un regalo per Daisy” che proprio non conosco. E non posso che approvare la grande saggezza nella scelta di una Lonely Planet (io preferisco le Guides du Routard, lo ribadisco appena ne ho l’occasione) per una metà calda e grande (dunque tante pagine da leggere) come l’Australia. Grazie di <3
Di libri su UK e Londra ne ho letto tantissimi e di tutti i generi, dai romanzi storici a storie moderne ambientate nella Tube: io che non amo particolarmente il calcio, ho letto anche “Congratulazioni. Hai appena incontrato la I.C.F.” indice di quanto fossi mentalmente instabile al mio rientro in Italia. E poiché Londra senza un pizzico di Asia non è completa per me, i titoli a cui sono particolarmente affezionata sono Brixton Beach di Roma Tearne e Brick Lane di Monica Ali.
In risposta alla tua domanda sulle donne afghane ti link il post che ho scritto per Eli qualche tempo fa: http://www.toohappytobehomesick.com/amori-in-viaggio-amore-afghano-a-londra-di-senza-zucchero/
e grazie a te per questa bella iniziativa! un bacio 😉
*parla, non “arla” 😀
*piace, non “piacce”
Basta, devo ripartire!
Ma chissà come mai c’è un libro che arla di Afghanistan… 😉 😀
Anch’io ho letto i libri della Kinsella, e anche a me questi libri leggeri piacce leggerli in inglese: mi rilassano, e ogni tanto ci vuole uno stacco tra i libri che fanno pensare. Pensiamo troppo, pensiamo già tutto il giorno e anche la notte, a volte, no?
Un abbraccio da Torino!
Non saprei proprio spiegare come ci sia finito un libro di Khaled Hosseini nella mia libreria.. qualcuno che lo ha intervistato me lo deve aver consigliato, mah..
Altroché.. abbiamo il cervello in fumo a volte, specie nei periodi in cui ci ronza un progetto, una partenza, in testa: non ci rimane altro che partire allora, o leggere la Kinsella!