Lo confesso, Parigi l’ho snobbata per anni.
Tra tutte le capitali europee è quella che ho sempre escluso a priori – perché piuttosto me ne vado un’altra volta a Londra, i francesi sono antipatici, a me il francese non è mai piaciuto.
Poi col tempo la curiosità nei suoi confronti è arrivata, complice il trasferimento a Ginevra, che ha aumentato la mia sensibilità nei confronti dell’architettura francese, delle patisserie arredate come gioiellerie e del profumo del burro.
Sì ok, quest’ultima l’ho sempre avuta.
Poi sono arrivata a Parigi con una scusa.
Un weekend che per quanto lungo è passato via velocemente, tra una sciroppata di corse in metro verso i must-see della città, cene e appuntamenti vari legati ad una conferenza e alla fine la sorpresa, anzi due: a me Parigi è piaciuta – e pure parecchio – e i francesi che, piuttosto di sentirmi parlare in francese, si sono sforzati di parlare inglese.
Chi l’avrebbe mai detto?
Un weekend è troppo breve per conoscere a fondo una città, per scoprirne le pieghe, per capirne l’identità, ma spesso è sufficiente per entrarci in sintonia.
Due le cose che mi hanno colpito immediatamente.
Sono rimasta sorpresa nel vedere la quantità di ragazzi che passano il venerdì sera lungo la Senna, con un cielo che è un anticipo d’estate giusto per il tempo di notte: gli innamorati con le mani strette l’una in quelle dell’altro e le gambe penzoloni dalla banchina, o gli amici raccolti attorno una tovaglietta sulla quale spunta una bottiglia di vino rosso. E allo stesso modo, il numero impressionante di brasserie, bistrot e cafè, i tavolini all’aperto, il tendone rosso che – nel caso – ripara dalla pioggia e l’impressione che mai e poi mai i Parigini rinuncerebbero a godersi la vita, nemmeno per un giorno.
Parigi mi ha sconcertato anche per la vita ai margini del bello, agli angoli della strada, al riparo di un portone, sotto strati di cartone: i clochard sono tantissimi – più di quanti io ne abbia visti finora in altre città europee – molti di loro sono passeggeri stazionari del metrò, fermi sempre alla stessa stazione, dove spesso l’odore di urina è l’unica cosa che non passa mai.
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I tetti di Parigi
Ho trovato Parigi estremamente fotogenica, con il bianco della pietra, le tinte chiare dei rivestimenti e il grigio dei tetti in ardesia dei suoi palazzi, perfettamente allineati e integrati tra loro; i gerani rossi alle finestre, i minuscoli balconcini in ferro battuto, le chiazze di colore improvvise, i comignoli assiepati, le persiane spalancate per osservare il mondo e lasciarsi osservare.
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Il Louvre
Visitare un museo è l’ultima cosa a cui penso quando sono in una nuova città per un tempo limitato, semplicemente perché preferisco passeggiare all’aria aperta o anche solo starmene seduta su una panchina a guardare la vita che mi scorre attorno, meglio se in un anonimo quartiere di periferia.
Poi però se tira giù il diluvio universale ed in ballo ci sono pezzi come la Gioconda, Amore e Psiche o Nike di Samotracia, allora il museo diventa una valida alternativa e finisce che il tempo vola via e la pioggia smette di cadere senza che me ne renda conto.
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Tour Eiffel
In molti la definiscono come un ammasso di ferro e bulloni, io l’ho trovata, nella sua essenziale ma elegante imponenza, semplicemente ipnotica, sia di giorno che di notte.
La Tour Effeil spunta tra i tetti di Parigi da quasi ogni angolazione e, quando non riuscivo a scorgerla, la cercavo fino a trovarla di nuovo e rimanere a fissarla, ogni volta.
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Moulin Rouge
Vestiti succinti, balze vaporose, giarrettiere rosse, piume tra i capelli, scenografie sfavillanti e le note di Jacques Offenbach che hanno dato identità ad un intero genere musicale.
Sogno di tornare a Parigi e sedermi ad un tavolino per lasciarmi travolgere dallo spettacolo.
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Sono le città come Parigi che mi fanno volare con la fantasia indietro di qualche secolo, sono le città in cui la storia si respira per strada, nei vicoli stretti e lungo i grandi boulevard del centro, nel sentire il rumore del parquet sotto ai piedi mentre si percorrono i corridoi di una residenza imperiale, davanti ai palazzi di governo, le gallerie d’arte e i teatri imponenti. Riesco a sentire lo stridio delle ruote di una carrozza che si muove veloce sui ciottoli; riesco a vedere le ampie gonne delle signore con l’ombrello in tinta, i mariti con la bombetta che – in un gesto automatico – si arrotolano i baffi.
Sono le città come Parigi che ogni volta mi danno la conferma del fatto che, per quanto possa amare le metropoli d’oltreoceano, sarà sempre la cara vecchia Europa il luogo che sento mio fino in fondo e che voglio chiamare casa.
E pensare che io ci sono stata più volte e non mi riesce proprio di innamorarmi…chissà perché.
Qualche angolino c’è che ammalia per carità, mi è piaciuto camminare lungo la senna tra i bouquiniste e i libri vecchi, c’era un non so che di pace e tranquillità…ma il centro osannato dalle riviste…no non mi ha fatto innamorare. Lo so sarò strana..ma che ci devo fare:p
Succede che non scatta la scintilla con un posto amato dai più e meno male: almeno abbiamo di che parlare 😉 A me è successo con Bangkok: tutti sembrano amarla, io – in un certo senso – non vedevo l’ora di andare via!
Mi piacciono molto le foto che hai scattato! Parigi è una città davvero unica, l’ho sempre visitata per periodi brevi, dovrei organizzare un viaggio decisamente più lungo!
Grazie Sabrina, come ho scritto nel post, Parigi si presta benissimo a farsi fotografare: troppi dettagli carini e luoghi incantevoli. Anch’io voglio tornarci al piu presto: i weekend volano sempre troppo velocemente!
Mamma che belle foto hai fatto! Io AMO Parigi e mi piacerebbe tornarci anche solo per fare un servizio fotografico ai suoi tetti, alle sue case… Ma la cosa che forse mi piace di più è l’atmosfera che si respira…Non so spiegarti, ma quando siamo andati noi,ormai parecchi anni fa, ci sembrava di stare in luna di miele…Parigi secondo me è la città più romantica del mondo.. Ciao Francesca, un bacio!
Mi credi se ti dico che ho visto piu sposi (di tutte le nazionalità) a farsi le foto in giro per Parigi in un weekend che un’estate intera nella mia città? Beh, in effetti non c’è da stupirsi, ma questo per dire che Parigi è il romanticismo per antonomasia, cosi scenica che si presta benissimo come set fotografico per innamorati.
Un bacio anche a te Ale!
Altro che Senna….devi venire lungo il canal Saint-Martin e se non ci sei stata, ti tocca tornare a Parigi!
Ci torno piu che volentieri Stefano, figurati! Anzi grazie per il suggerimento: la mia è stata una toccata e fuga limitata ai classici giri turistici.
Sì, calcola avevamo preso i biglietti a settembre con una mega offerta della Vueling, siamo stati indecisi fino alla fine se partire o meno e alla fine siamo andati. In città non ho avvertito situazioni “strane” o di pericolo ma in luoghi turistici, con tanta gente, ho avuto una sorta di attacco di panico…sicuramente avrà influito. A chi lo dici per gli on the road, quest’estate eravamo tentati di organizzare il terzo viaggio consecutivo in Francia ma poi abbiamo optato per un’altra meta, ma è stata dura! Ah prima mi sono dimenticata, concordo pienamente con te sulle righe conclusive del post, la vecchia e cara Europa è sempre casa!
Comprendo la sensazione di cui parli e molti avrebbero rinunciato al viaggio, quindi la vostra è stata comunque una scelta coraggiosa. Non ti nascondo che mi è capitato di pensarci più e più volte quando ero li, magari seduta in locale strapieno di gente, con le vetrate aperte sulla strada.. Non è un argomento da quattro battute in un commento quindi non mi dilungo, pero Parigi mi ha trasmesso una bella predisposizione a godersi la vita (la mia frase sui parigini fa riferimento proprio a questo) e mi sono lasciata trasportare.
La vecchia cara Europa è dove voglio vivere, per lo stile di vita, la cultura, il cibo – a prescindere dall’esatta collocayione – il resto per me può essere una piacevole parentesi 🙂
Ecco,è così che immagino Parigi.
Ho ritrovato in questo articolo una perfetta istantanea della città che mi attira a sé e poi mi respinge, non permettendomi mai di visitarla per un motivo o per l’altro. È magica Parigi, c’è poco da fare. E anche chi all’inizio è scettico poi si ricrede.
Bellissimo articolo, grazie. <3
Confermo, è magica, specialmente per questa atmosfera “la vie est belle” che si respira in ogni momento della giornata. Oltre alla bellezza architettonica, probabilmente è proprio questo ciò che mi ha affascinato di più.
Vi auguro di andarci presto! E grazie a voi 🙂
Che bel post, bravissima! A me Parigi piace moltissimo, ci sono stata due volte ma sinceramente non vedo l’ora di tornarci. E’ semplicemente bellissima. E i tuoi scatti le rendono giustizia! Davvero particolari 🙂
Grazie Diletta, mi fa piacere che ti piacciano le foto! Io pensavo di non essere “predisposta” per apprezzare Parigi – non so perché ma l’ho sempre vista, stupidamente, come l’antagonista di Londra – ed invece buuum.. mi ha colpito in pieno!
Anche io non avevo mai preso in considerazione Parigi (e la Francia intera) per i tuoi stessi motivi e mi sono dovuta ricredere! A Parigi purtroppo ho organizzato un weekend normale, 2 giorni, che non ho saputo gestire al meglio, infatti mi ricordo solo l’ansia da prestazione, ed una sorta di “paura” che non mi ha permesso di godermi fino in fondo il viaggio. Però di una cosa sono sicura non vedo l’ora di tornarci, magari d’estate e gustarmela con calma! Sarà snob, i francesi antipatici ma Parigi è bellissima ed i tuoi scatti le rendono pienamente giustizia! Complimenti! Valentina
Ultimamente mi capita sempre piu spesso di leggere di on the road su e giu per la Francia e sto scoprendo dei posti che non avrei mai immaginato essere cosi belli: l’Alsazia, la Camargue, la Bretagna.. ora voglio vederli tutti!
Io a Parigi invece me la sono presa molto con calma: sapendo già che non avrei potuto vedere “tutto” per altri impegni, non ho fatto nessun programma. Questo fa si che bisogna tornare!
La paura era dovuta a cio che è successo ultimamente?
Hai centrato in pieno lo spirito di Parigi a mio parere! io l’ ho sempre immaginata come l’hai descritta tu, eppure l’ho vista per un giorno solo.. Vorrei tornarci al più presto e gustarmela per un pò di giorni.. e non posso fare a meno di pensare che è stata il set di Midnight in paris e Ratatouille ahahaha! XD
Anch’io vorrei tornarci presto – magari con i miei, visto che mia madre sogna di andare a Parigi da anni – per godermela con un po’ piu di calma. Ora sono andata in fissa con i film: La vie en rose (Edith Piaf) è li che mi aspetta! 😉