Ultimamente sto soffrendo di attacchi di astinenza da Scozia, che si presentano nei momenti più svariati della giornata, scatenati da qualunque cosa anche solo vagamente riconducibile ad essa.
Poi ho saputo del ponte che ci sarebbe stato agli inizi di Maggio qui a Ginevra e ho iniziato a crederci seriamente, disegnando itinerari immaginari nella mia testa ispirati a questo post di Beatrice sull’Isola di Lunga.
Quindi abbiamo iniziato a cercare un volo.
Prima un diretto per Edimburgo.
Poi uno con scalo per Glasgow.
Poi abbiamo preso a valutare le distanze tra Oban e gli aeroporti di Leeds, Machester, Liverpool e Londra, fin quando non ho visto mio marito con Google Maps aperto su Oslo e i collegamenti via mare con la Scozia e ho capito che la situazione stava sfuggendo di mano ad entrambi.
Alla fine Skyscanner ci ha mandato un messaggio vocale per dirci che dovevamo metterci l’anima in pace perché tra noi e “ovunque” in Europa in quei giorni c’era un biglietto aereo che ci conveniva andare una settimana alle Maldive.
Qualche giorno fa, mentre guardavamo il soffitto della nostra camera da letto, affranti dall’incolmabile distanza tra noi e i pulcinella di mare delle Treshnish, è nata l’idea di un breve viaggetto nei dintorni. Giusto per non passare tutto il weekend lungo a Ginevra.
Lo ammetto, un modo veramente ingiusto di scegliere una meta che, invece, mi ha ripagato con il lascito più bello che possa dare un viaggio: la voglia di tornare.
La Borgogna, infatti, con le sue colline dai dolci profili costellati di vigneti, i villaggi medievali formati da una manciata di casette in pietra chiara, i tantissimi castelli e le antiche abbazie dai tetti multicolore, mi ha completamente stregata.
L’itinerario del mio viaggio in Borgogna.
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Questo è l’itinerario che abbiamo seguito lungo la Route Des Grands Crus, spalmato su 2 giorni e una sola notte fuori, per circa 200 chilometri, con partenza e rientro da Ginevra.
Chi deve raggiungere la Borgogna in aereo, ha tre alternative: Parigi, Ginevra e Lione, che distano progressivamente dai 315 ai 195 chilometri. Se si arriva da Lione, forse ha più senso effettuare il tour al contrario.
La Route Des Grands Crus è un itinerario ufficiale che va da Dijion a Santenay e, con le varie deviazioni, tocca 37 tra cittadine e villaggi, tra cui Gevrey-Chambertin, Nuits-Saint-Georges, Aloxe-Corton, Pommard e Auxey-Duresses: per goderti appieno i panorami della Borgogna, dimentica quindi l’autostrada.
Lungo il tragitto abbiamo incontrato tantissime cantine e poderi, abbazie e castelli, ma soprattutto una miriade di borghi stupendi di cui non avevo trovato traccia “tra le cose da vedere in Borgogna”: non aggiungere soste su soste è stato davvero difficile.
Ho capito che la Borgogna è un viaggio da ritmi lenti e programmi laschi, dove si lascia ogni giorno del tempo per le improvvisazioni e i cambi di rotta; per fermarsi a bere un bicchiere di rosso in una cantina, per una passeggiata in un paesino sconosciuto, per un giro in bici tra le vigne.
Ed è per questo che voglio tornarci al più presto.
1° giorno: Ginevra – Dijon – Beaune – Auxey-Duresses
Dijon
Ho scelto Dijon come punto di partenza perché le sue case a graticcio mi hanno da sempre affascinato, poi ho scoperto che è una bellissima cittadina con tante altre cose da vedere.
Come tutti i turisti presenti in città, ci siamo divertiti a seguire Le Parcours de la Chouette, un itinerario composto da 22 tappe che permette di raggiunge facilmente tutte le attrazioni del centro storico. Sul sito dell’Ente del Turismo si legge che il tempo medio di percorrenza è di un’ora, ma considerane almeno 2: Dijon ha tantissimi scorci carini che ti terranno lì a fare fotografie.
Beaune
Ho previsto una tappa a Beaune per visitare l’Hotel Dieu, ma quando siamo arrivati ci siamo trovati davanti un’altra cittadina carinissima tutta da scoprire.
L’Hotel Dieu è un ospedale risalente al 1443, la cui parte più antica è stata trasformata in un museo. Fu costruito per accogliere chiunque avesse bisogno di cure mediche da Nicolas Rolin, cancelliere del Duca di Borgogna, e da sua moglie, Guigone de Salins, a seguito della miseria in cui era caduta la città di Beaune alla fine della Guerra dei Cent’anni. I due decisero di investire in questo progetto tutti i proventi delle saline e delle vigne che possedevano: il risultato è stato un edificio in stile gotico flamboyant a dir poco stupefacente.
Abbiamo trascorso la notte presso lo Chateau de Melin, a Auxey-Duresses, a soli 11 chilometri da Baune e lungo la strada per Sully; mentre abbiamo cenato a Meursault, presso l’Hôtel Les Arts.
2° giorno: Sully – Brancion – Cormatin – Azé – Ginevra
Château de Sully
La Borgogna, oltre ad essere una terra di vitigni, è costellata da tantissimi castelli stupendi.
Quello di Sully dicono sia uno dei più belli di Francia, oltre ad essere uno dei pochissimi in tutto in il Paese ad ospitare stabilmente i proprietari, la Duchessa di Magenta e i suoi due figli, e il più grande in stile rinascimentale della Regione.
A prescindere dalle classifiche, a me è piaciuto tantissimo, soprattutto per l’immensa terrazza sull’acqua che è semplicemente spettacolare, sia per le varie zone del parco, che ospita un’antica cappella – la quale purtroppo sembra abbastanza malmessa e non è aperta al pubblico – un lavatoio in legno, un giardino delle spezie e delle stalle ancora intatte.
Abbiamo deciso di visitare solo il parco perché il resto della struttura è accessibile solo partecipando a visite guidate in orari prestabili.
Château de Brancion
Brancion è un minuscolo villaggio abbarbicato su uno sperone roccioso, situato tra Cluny e Tournus. Le maggiori attrattive sono la chiesetta romanica di Saint-Pierre, la struttura del mercato coperto del XIV secolo e il castello che domina l’intero paesino. Ma la cosa più bella è camminare per le sue stradine silenziose dove tutto sembra essersi fermato a mille anni fa.
Non sono riuscita a capire se qualcuno ci abita stabilmente: oltre alla biglietteria del castello, c’è un alberghetto con ristorantino e, in fondo al paese, ovvero una decina di metri più in là, il chioschetto di Mathieu, dove abbiamo comprato due baguette super-farcite per pranzo.
Château de Cormatin
Edificato nel XVII secolo dal Marchese di Huxelles, il Castello di Cormatin, oltre ad essere circondato da un fossato, ha tutt’attorno un bellissimo parco di 12 ettari, dove si susseguono parterre di fiori, un labirinto, orti antichi e stagni, anche se per me l’attrazione più bella è stata una meravigliosa cicogna nel suo nido su uno dei tanti comignoli del tetto.
Anche in questo caso, abbiamo deciso di acquistare l’ingresso solo per il parco – il cui biglietto comprende comunque alcune stanze del piano terra – perché il resto della struttura è accessibile solo partecipando a visite guidate in orari prestabili. Nel giardino si può restare fino al tramonto e rientrare più volte.
Grotte di Azé
Oltre che per i castelli, io e Mister abbiamo una certa passione per le grotte e quindi ho deciso di prevedere una visita a quelle di Azè, come un’ultima tappa sulla via del ritorno.
La visita dura circa un’ora e mezza e mostra due diverse grotte di formazione giurassica: quella del fiume sotterraneo, che si sviluppa lungo un fiume, appunto, che termina con una bella cascatella; e quella preistorica, abitata sia dall’uomo in diverse epoche che da animali, come testimoniato dalla presenza di numerosi resti di scheletri di orsi e leoni delle caverne.
Itinerario interessante, come dici tu, da fare con calma e lentezza. Pensavo la Borgogna avesse da offrire solo vino e noi, che non siamo particolarmente amanti, non l’avevamo mai tenuta in considerazione. Grazie a te ho scoperto che invece c’è tanto altro da fare e vedere?
Assolutamente. Noi beviamo vino ma non siamo esperti: siamo arrivati in Borgogna un po’ per caso, come raccontavo, ma soprattutto non per il vino.. e poi abbiamo scoperto che ha dei paesaggi spettacolari e un sacco di paesini e castelli bellissimi. Come si, è una meta per tutti, anche per chi non è appassionato di vino!
È un giro che vorrei fare da un po’ sia per i vini che per i paesaggi che per i villaggi – ora ho la conferma che sono bellissimi. Anche io vorrei partire da casa in macchina (in Piemonte) aggiungendo però un giorno vista la distanza maggiore.
In caso ti scrivo se ho bisogno di qualche consiglio!
Buona giornata ?
A noi è piaciuta talmente tanto che abbiamo deciso di tornarci anche il weekend successivo, per fare un giretto nelle zone che avevamo dovuto tralasciare la prima volta. Quindi si, decisamente aggiungi un giorno se non addirittura due, perché sono convinta che una volta da quelle parti, vorrai rimanerci il più a lungo possibile.
Comunque resto a tua disposizione 😉
Buona giornata anche a te!
Leggo il tuo post bellissimo con le lacrime agli occhi, se penso che lo scorso settembre dovevo essere li per il matrimonio della mia più cara amica!
Matrimonio e poi giro per la Borgogna, un suo per il maritino sommelier.
E invece, tac, attacco di appendicite acuta ho vinto un soggiorno in ospedale, che sfiga!
Grazie per le info spero davvero di poterci andare presto.
Un abbraccio.
Mi ricordo benissimo che me lo avevi anticipato in occasione del matrimonio a cui ho partecipato in Scozia lo scorso anno.
Solo ora che ci sono stata posso capire che grande rinuncia è stata: è una regione della Francia che non conoscevo affatto e mi è piaciuta tantissimo.. e infatti ci sono tornata per un paio di giorno una settimana dopo!
Ti auguro di andarci presto, Monica.. e magari, strada facendo, passi pure a trovarmi!