Guardo il mondo dalla mia rocca e lascio che il mio occhio si perda in questa distesa piatta ed infinita, paludosa si, ma quanta bellezza: dalla piazzetta accanto al maniero, sotto l’ombra di un grosso albero, i miei pensieri si dissolvono alla vista della sagoma del monte che sovrasta il mare, dove Ulisse si lasciò catturare dalle malìe della Maga Circe.
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Fantastico spesso – quasi tutte le volte che ho tempo di fermarmi qualche minuto in più in questo luogo – su quali potessero essere i pensieri di Lucrezia Borgia, mentre sedeva su una delle panchine del belvedere di Via della Valle, alla fine della scalinata sopra la quale si erge, imponente, il Castello Caetani.
Mi chiedo se anche a lei capitava di pensare che, a volte, basta una vista così per sentirsi vivi.
Mi chiedo se, effettivamente, lei abbia avuto tempo e modo di fermarsi qualche volta a godere di quel panorama o se passava tutto il tempo all’interno del castello, che alla fine era divenuto principalmente una fortezza militare.
E poi mi chiedo quanto fermento ci fosse in quei luoghi dopo il ritorno al potere dei Caetani, nel 1503, quando Sermoneta rifiorì di nuovo, divenendo un punto di riferimento economico, politico e culturale di primaria importanza, con illustri personaggi che andavano e venivano da Corte, dove ci si allietava con arte e poesia, e i migliori architetti dell’epoca erano alle prese con importanti opere di fortificazione.
Non è troppo difficile immaginarlo perché oggi Sermoneta si presenta ai miei occhi quasi come era allora, grazie ad un lavoro di conservazione costante e all’amore dei propri abitanti, che se ne prendono cura con orgoglio ed un pizzico di gelosia.
E’ sempre così, ogni volta che torno e seguo un percorso diverso, noto che ogni vicolo è adornato con piante e fiori che si arrampicano sulle pareti di calce e pietra, che traboccano dai davanzali delle finestre, da vasi appesi ad un appiglio improvvisato o si lasciano cadere lungo le ringhiere in ferro battuto.
Mentre percorro quei vicoli ripidi e tortuosi, sento che due occhi curiosi – poi altri due e ancora altri due – seguono il passaggio della mia sagoma da dietro una grata, nella penombra delle persiane socchiuse, mentre la mano esperta continua a girare il ragù sul fuoco.
Un qualunque volto vagamente familiare, ma non conosciuto, stimola un unico, imprescindibile interrogativo: «A chi è figlia chessa?».
Ho il fiato corto per la lunga scalinata, ancora pochi gradini mi dividono dall’ingresso del Castello, ma mi fermo catturata e sollevata dal profumo buono di zucchero e burro che dai forni si riversa per strada, mentre sacchettini infiocchettati pieni di crostatine di visciole, ciambelline al vino e tozzetti alle mandorle si mostrano invitanti su un banchetto di legno sistemato accanto alla porta d’ingresso della pasticceria.
Sospiro: «tornerò da voi, promesso».
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A Sermoneta, oltre al Castello, troverete anche.. e non solo:
La Loggia dei Mercanti fu costruita nel 1446 per essere la sede del Comune, degli scambi commerciali e delle assemblee popolari, ospitando all’interno magazzini, botteghe e stalle.
Il Percorso Museale è un itinerario lungo la fortificazione che va dalla porta delle Noci alla porta Sorda regalando una vista sull’Oasi di Ninfa, la pianura pontina, il mare, il monte Circeo e le isole pontine. Lo stesso è lungo circa un chilometro ed è immerso negli oliveti secolari, attrezzato con pavimentazione in pietra, teche illustrative e panchine.
La Cattedrale di Santa Maria colpisce immediatamente per il suo campanile alto 24 metri. Esso è in stile romanico e attualmente si sviluppa su quattro piani: inizialmente era costituito da cinque, uno dei quali fu abbattuto da un fulmine.
L’area conosciuta come il Giardino degli Aranci risale al cinquecento, ma solo nel 700 venne trasformata in giardino, periodo in cui si diffuse l’usanza di piantare gli alberi da frutta e gli agrumi nel centro storico. Essa dispone di un parco giochi attrezzato, un piccolo anfiteatro e tavoli per il ristoro.
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Ma la vostra giornata a Sermoneta non sarebbe completa se non coglieste l’opportunità di visitare la vicina Oasi di Ninfa, un monumento naturale che si estende per otto ettari, su quella che nel 745 d.C. era l’antica omonima città, il cui nome deriva da un tempietto di epoca romana, dedicato alle Ninfe Naiadi, divinità delle acque sorgive, costruito nei pressi del giardino.
Dopo un lungo periodo di splendore e ricchezza, le continue lotte interne alla famiglia Caetani, nonché le guerre tra i feudi circostanti, finirono col devastare l’intera città, lasciando al suo posto solo alcune rovine, arbusti e malaria.
Solo nel 1920 un discendente della famiglia Caetani, Gelasio, decise di risvegliare Ninfa e riportarla ai suoi antichi splendori. Con l’aiuto della madre, la contessa inglese Ada Wilbraham, avviò un’imponente opera di bonifica e restauro, ridisegnando il giardino così come è conosciuto ai nostri giorni. Di quel periodo sono infatti tutti i grandi alberi esistenti: Ada iniziò a piantare diverse specie botaniche che portava dai suoi viaggi all’estero e che trovarono a Ninfa l’habitat ottimale, per via del clima molto umido, regalato dal fiume e dalla rupe di Norma che bloccava il passaggio delle nubi più basse provocando frequenti piogge.
E furono altre due donne ad essere fondamentali per il futuro dell’Oasi: negli anni 30 intervenne nel giardino la moglie del Duca Roffredo, Margherita Chapin, la quale introdusse le essenze arboree più rare (rose, ciliegi da fiore e meli); poi arrivò Lelia Caetani, che dal 1950 in poi, ridisegnò il giardino in funzione prettamente estetica: fece collocare numerose magnolie, un giardino roccioso e le Clematidi, rose rampicanti compatibili con la conservazione delle rovine.
[estratto dal un mio precedente post]
Oggi l’Oasi rappresenta un anello di congiunzione universale per la flora di tutto il mondo: ospita, infatti, innumerevoli piante che provengono dai cinque continenti e che a Ninfa hanno trovato l’equilibrio perfetto, un equilibrio che sembra persistere per pura magia.
Camminando per i sentieri dell’oasi si incontrano un acero giapponese a foglia rosa, un noce americano, un gruppo di yucca e diversi roseti; l’albero della nebbia, con i fiori simili a zucchero filato, ed un cedro sul cui tronco è poggiata una tillandsia, pianta senza radici che si nutre dell’umidità dell’aria; un pino dell’Himalaya e uno messicano, dei banani, un’acacia dal Sud America, un boschetto di noccioli e uno di bambù provenienti dalla Cina. E ancora, una gunnera manicata, tipica degli ambienti fluviali brasiliani, dei papiri ed una casuarina tenuissima, proveniente dall’Australia.
In altre parole, se la vostra giornata a Sermoneta non prevedesse una visita all’Oasi di Ninfa, rinuncereste ad una passeggiata nel giardino dell’Eden.
Non sarà un caso se Sermoneta è Bandiera Arancione per il turismo per il Touring Club Italiano, Destinazione Europea D’Eccellenza per l’Unione Europea e Gioiello d’Italia per Ministero del Turismo, no?
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Tip #1: è possibile partecipare ad una visita guidata del Castello Caetani tutti i giorni, tranne il giovedì. Trovate info dettagliate su costi e orari sul sito della Fondazione Caetani.
Tip #2: Nel 2000 tutta l’area di Ninfa è stata dichiarata monumento naturalistico. Il Giardino è aperto al pubblico da Aprile a Ottobre ogni primo sabato e domenica del mese, la terza domenica di aprile, maggio e giugno e la prima domenica di novembre. Il biglietto singolo per adulti costa € 10,00 e la visita si svolge in gruppi di poche persone accompagnati da una guida.
Tip 3#: L’Oasi di Ninfa è stata classificata dal New York Times tra i più belli e romantici giardini del mondo.
Tip 4#: Nel 2007 si diffuse le notizia che Will Smith, il noto attore americano, era in trattativa per l’acquisto di un podere nelle campagne sermonetane con vista sul Castello Caetani. Non so dirvi se poi l’affare andò in porto: io, purtroppo, non l’ho mai incrociato..
#ItalianTreasures ed Enrico Giuliani di Bassa Velocità vi accompagneranno, giovedì 5 marzo, a Pontremoli “cuore della Lunigiana, è una città ricca di bellezze storiche e prelibatezze gastronomiche. Percorrere a piedi questa cittadina significa restare affascinati dalla signorilità dei suoi palazzi quanto dalla varietà di sapori che la sua cucina offre”. Qui trovate il calendario di pubblicazione di tutti i post relativi al Centro Italia.
Buon viaggio!
Sermoneta non l’avevo mai sentita nominare, anche se sono appassionata di borghi e nel weekend li visito spesso. Certo, considerando che vicino c’è anche il Giardino di Ninfa e che la Primavera si approssima, non posso negare la voglia che mi è venuta di visitare questo paesino. Bellissime le foto!
Grazie Lucia!
Sono sicura che ti piacerebbe tantissimo. Ogni anno a Maggio c’è anche una manifestazione molto carina, che si chiama appunto Maggio Sermonetano: spettacoli di strada e concerti nella Piazza d’Armi del Castello.
Ma che belle foto ha messo????
Che bello questo posto, non lo conoscevo…finirà nei luoghi da visitare 🙂
Grazie!!
Grazie Eli, ma credimi che non mi sono impegnata più di tanto (e non è falsa modestia..)
Allora ti aspetto da queste parti!
Buongiorno Francesca,
come sai abbiamo adorato il Giardino di Ninfa, al punto che vorremmo tornare a visitarlo in altri mesi dell’anno. Di Sermoneta mi avevi detto che è davvero bella, ma le foto ci hanno tolto ogni dubbio. Prossima visita ai Giardini ci fermiamo lì per la notte!
Ciao Roberta!
Ninfa e Sermoneta sono un duetto perfetto, e, nel caso mi fermerete qualche giorno, sarò contenta di darvi qualche altro suggerimento.
Un abbraccio.
Ciao Francesca, che meraviglia! Bellisimo il borgo e l’Oasi di Ninfa, adoro i giardini e questo è stupendo, DEVO visitarlo ! 🙂
Ciao Anca, allora ti aspetto!