L’Islanda è un’isola relativamente piccola: la Hringvegur, ovvero la strada 1 o anche Ring Road, in soli 1.339 chilometri fa il giro completo del Paese.
L’Islanda inoltre è una destinazione adatta ad ogni tipo di viaggiatore che ben si sposa con qualunque idea di viaggio. Per chi, ad esempio, cerca un itinerario un po’ più facile e comodo, basterà limitarsi alla Ring Road e alle mille attrazioni a porta di mano. Chi, invece, cerca qualcosa di più avventuroso, avrà da che divertirsi seguendo i vari sterrati nell’entroterra e potrà cimentarsi in tantissimi attività estreme.
Nonostante le dimensioni ridotte, si può decidere di programmare un viaggio in Islanda di diverse settimane così come un weekend lungo e tornare a casa comunque pienamente soddisfatti. Se si hanno a disposizione pochi giorni il mio consiglio non é assolutamente quello di abbandonare l’idea di partire, ma di concentrarsi su una determinata zona, dedicandosi alla scoperta degli highlight principali ed evitando di inserire nell’itinerario troppe tappe.
Secondo me, il vero spartiacque, la variabile che influenzerà in maniera consistente quello che sarà il nostro viaggio in Islanda è la stagione in cui decidiamo di partire.
Sono certa al 100% che l’Islanda sia bellissima in qualunque periodo dell’anno, che l’atmosfera surreale della neve e la facilità di vedere l’aurora boreale siano già due motivi sufficienti per visitarla nel periodo più freddo, ai quali si aggiunge quello più pratico – da non sottovalutare – dei prezzi decisamente più contenuti. Detto questo, devo aggiungere però che io ci sono stata d’estate e, se dovessi tornarci nuovamente, lo farei comunque nello stesso periodo.
Se in occasione della mia prima volta in Islanda la scelta del periodo è dipesa esclusivamente dalle temperature più sopportabili, il motivo di un eventuale ritorno sempre d’estate risiede negli accorgimenti che dovrei adottare durante la programmazione di un viaggio invernale sui quali mi sono trovata a riflettere grazie alle vostre email.
Islanda d’inverno: cosa tenere in mente
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Le strade
Mi è capitato di ricevere richieste di maggiori informazioni su alcune zone che ho visitato durante il mio viaggio in Islanda, come Landmannalaugar, e scoprire successivamente che il lettore in questione stava pensando di visitare l’Islanda in inverno, trascurando del tutto la questione della chiusura delle strade. Per inciso, l’area di Landmannalaugar è raggiungibile in autonomia solo in estate: in inverno bisogna partecipare ad un tour organizzato in super-jeep.
Alcune zone sono raggiungibili esclusivamente attraverso le F Road, strade spesso sterrate che vengono aperte esclusivamente durante la stagione estiva, da giugno agli inizi di settembre.
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Itinerari come quelli che ci hanno portato allo scoperta dei bellissimi colori dell’entroterra, delle lande desolate attorno al lago Þórisvatn e del faro più antico d’Islanda nel fiordo orientale di Mjóifjörður, purtroppo, devono essere accantonati completamente in favore di percorsi decisamente più comodi e sicuri, ma comunque altrettanto validi.
Ore di luce
In Islanda il meteo è estremamente variabile in tutto l’arco dell’anno e, in particolar modo le fortissime raffiche di vento nelle quali ci si può imbattere durante la guida possono rallentare parecchio la nostra tabella di marcia. In inverno, inoltre, è molto probabile incontrare neve e ghiaccio sulle strade ed è importante, quindi, non prevedere dei ritmi troppo serrati e lasciarsi del tempo per gestire imprevisti e rallentamenti.
Oltre al meteo e ai chilometri, per un viaggio in inverno, nello stabilire gli spostamenti e le soste, occorre tener conto anche delle poche ore di luce.
Da fine novembre a metà gennaio si hanno, infatti, solamente dalle 3 alle 5 ore di luce al giorno: è evidente come questo fattore incida fortemente sulla programmazione di spostamenti ed escursioni.
Durante il nostro viaggio, la disponibilità di giornate infinite e la possibilità di visitare un luogo anche nel tardo pomeriggio e poter guidare con luce naturale fino alle 11 di sera ci hanno fatto affrontare con serenità anche gli spostamenti più lunghi e i programmi più intensi.
Dall’altro canto, il sole di mezzanotte non è di certo il migliore amico delle bellissime aurore boreali che il buio invernale accoglie quasi ogni notte, anche se – con un bel pizzico di fortuna e rimanendo svegli fino a tardi – nel cielo qualcosa di magico e celestiale potrebbe apparire lo stesso in una notte di fine agosto.
I contrasti
Credo che nessuno scenario innevato possa superare i colori e, soprattutto, i contrasti tra il bianco della neve, il verde del muschio e il nero dei campi di lava di quelli che restano i paesaggi più surreali che io abbia mai visto e che, secondo me, regalano l’immagine più rappresentativa di questa meravigliosa isola.
Ma allo stesso tempo, ho visto tantissime foto fantastiche e ho letto racconti entusiasti di viaggi in Islanda fatti in inverno da credere fermamente che, anche in questa stagione, valga davvero la pena andarci.
L’importante è avere ben chiaro cosa si vuole dal proprio viaggio.
Ci sono attività, per esempio, che si possono fare solo durante l’inverno, come le escursioni alle caverne di ghiaccio del Vatnajökull.
Islanda d’inverno: itinerari adatti al periodo
In generale, si può decidere di fare base a Reykjavik e visitare con gite di un giorno il Golden Circle, la Blue Lagoon e la penisola di Snæfellsnes, ma è altrettanto fattibile disegnare un itinerario che preveda di pernottare alcune notti fuori dalla capitale. Per viaggi fino ad una settimana, escluderei l’ipotesi di completare il periplo dell’isola e suggerirei, invece, di concentrarsi su una zona in particolare, magari prediligendo il sud con la spettacolare laguna di Jökulsárlón.
Questa potrebbe essere un’idea per vedere il meglio in un breve itinerario.
Il sud rimane la parte più accessibile nel periodo invernale, ma ciò non vuol dire che non sia possibile raggiungere Akureyri o Mývatn su al nord.
Apportando qualche taglio o deviazione in caso di strade inaccessibili come indicato nei relativi post, da Reykjavík ad Akureyri e Islanda del nord: le punte di diamante sono due itinerari percorribili anche da settembre a maggio.
Ci tornerei sicuramente in inverno ma non lo farò, perchè è stato un viaggio talmente bello, talmente perfetto, talmente magico, che un secondo viaggio nella stessa stagione non potrebbe mai eguagliare il primo: una settimana di sole, neve abbondante in un inverno che lassù è stato molto avaro di neve, forte attività solare e quindi aurore boreali fantastiche…Non potevo chiedere nulla di più!
Ma anche il viaggio in estate è stato meraviglioso. Credo che l’Islanda mi voglia bene perchè anche allora abbiamo avuto 13 giorni di sole su 14 e, anche una piccola aurora boreale (fine agosto).
Se riuscirò a tornare in Islanda lo farò in estate per poter andare nei Fiordi Occidentali che in inverno sono scarsamente accessibili, e all’Askja a cui nel 2014 abbiamo dovuto rinunciare (nonostante avessimo già prenotato al rifugio Dreki) a causa dell’eruzione del vulcano Bardarbunga.
E tu?
La descrizione del tuo viaggio in Islanda d’inverno mi sta facendo vernice voglia di provare ad andarci nello stesso periodo, davvero! Io ci sono stata ad agosto e non ho mai tolto la giacca da neve: qualche giorno di sole, ma spesso coperto e anche tanta pioggia. Col sole l’Islanda è fantastica ma riesce a farsi amare con qualsiasi condizione meteo. Anche a me mancano i fiordi occidentali e una puntatina per vedere quella zona è sempre nei pensieri 😉
Sono stata in Islanda nell’estate del 2014 e mi sono talmente innamorata di questa terra, che ho voluto vederla anche in inverno. E così ci sono tornata quest’anno in febbraio/marzo.
Non sono possibili confronti perchè si tratta di due mondi completamente diversi, ma l’Islanda sotto la neve è davvero qualcosa di magico e così sono tornata a casa ancora più innamorata di prima !
Abbiamo anche avuto la fortuna di vedere due magnifiche aurore boreali che ci hanno lasciati letteralmente senza fiato (una proprio a Jokulsarlon). Le “luci del Nord” sono veramente uno degli spettacoli più emozionanti che la Natura possa offrire.
Morale della favola: sto progettando un terzo viaggio perchè il mal d’Africa non è nulla in confronto al mal d’Islanda ! :-))
Franca, che spettacolo! L’aurora su Jokulsarlon deve essere stata un sogno. Io sono stata fortunata nel vederla anche ad agosto: un’aurora un po’ timida però è bastata per lasciarmi a bocca aperta. Tuttora non trovo le parole per descrivere l’effetto che fa, è pura magia. L’Islanda cattura il cuore, indubbiamente: dopo le due esperienze, torneresti d’estate o d’inverno?
Fatta anche io d’estate ma comunque con la superjeep e il driver perché era un viaggio fotografico e molti dei posti in cui siamo stati non sono accessibili neanche in estate ai mezzi normali. Il posto più bello che ho visto fino ad ora.
Ci tornerò, ma d’inverno.
🙂
Deve essere stato un viaggio fantastico! Ma era un tour per addetti ai lavori o anche accessibile agli amatori? Non fraintendermi, ma i posti inaccessibili mi intrigano molto!
Nessuno di noi è un fotografo professionista (tranne l’organizzatore che insegna in una scuola di fotografia e gestisce poi personalmente i viaggi). Il nostro gruppo è composto per lo più da ex-studenti della sua scuola più un paio di “infiltrati” proventi da altre, di cui una sono io. Li ho conosciuti proprio andando Islanda, poi abbiamo fatto amicizia e siamo andati anche in Giordania e a Lanzarote, sempre a fare fotografie.
Chiaro 🙂 sono sempre un po’ restia a partire con altre persone (oltre mio marito) però penso che deve bello avere un gruppo con il quale condividere la passione dei viaggi e della fotografia.. e se poi sono seguiti due viaggi, la cosa ha funzionato alla grande!
Tieni conto che mi sono aggiunta a quel viaggio senza conoscere nessuno di loro tranne l’organizzatore, ci siamo visti per la prima volta in aeroporto e si, ha funzionato davvero bene, anche con gli “innesti” dei viaggi successivi.
Ma io cose del genere sono abituata a farle, quando vado in barca a vela, a parte lo skipper che conosco da vent’anni e qualche altra presenza più o meno fissa, il resto son persone che conoscerò a bordo. E anche da lì sono nate alcune amicizie importanti e durature.
Penso che se “funziona” in barca poi funziona ovunque. ci vedo molta intraprendenza e un forte spirito di adattamento: mi piace!