Siamo partiti con pochi punti fermi nella testa e uno di questi era partecipare ad un whale watching in Islanda.
Alla fine delle due settimane di viaggio ne avevamo fatti due: ad Húsavík, la capitale indiscussa di questo tipo di escursioni, e ad Hauganes, nel fiordo di Eyjafjörður, poco distante da Akureyri.
Húsavík è poco più grande di un villaggio e vive principalmente di pesca e turismo. Gli operatori presenti sono diversi e noi abbiamo scelto la North Sailing senza un motivo in particolare, visto che i servizi e i prezzi sono molto simili tra loro.
L’aspetto che distingue la North Sailing è la possibilità di uscire in mare con un bellissimo veliero restaurato – reso un po’ meno poetico dall’uso del motore, per ovvie ragioni.
Abbiamo partecipato all’uscita delle 9.30 di mattina e quel giorno le condizioni del mare erano abbastanza buone – in caso contrario l’escursione viene annullata – ma la struttura dell’imbarcazione fa in modo che la stessa oscilli in maniera sensibile ad ogni onda: riuscire a rimanere in piedi diventava sempre più difficile, così come scattare fotografie, e dopo mezz’ora aver lasciato il porto, la maggior parte degli ospiti a bordo ha iniziato ad offrire la colazione ai pesci, fino a fine escursione.
Durante le tre ore di navigazione abbiamo avvistato ben poche balene: gli incontri non sono garantiti ovviamente – alla Natura non si comanda – e avvicinarle è molto impegnativo, considerata la vastità dell’area in cui si muovono e il numero di barche presenti.
Il ricordo più bello di quella giornata è stato vedere un gruppo di delfini saltare durante una battuta di caccia: una danza che per me non era uno spettacolo inedito, ma che continua ad emozionarmi ogni volta.
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Perché un secondo whale watching in Islanda?
Avevamo passato la notte ad Akureyri e non avevamo dei piani ben precisi per la giornata, anche se il veder brillare gli occhi di Mister davanti ad ogni barca con la scritta whale watching era un indizio più che chiaro del fatto che avrebbe svoltato alla prima indicazione utile.
«Vado solo a chiedere un’informazione» mi ha detto.
Dieci minuti dopo eravamo con il tutone termico addosso, pronti per salpare per il nostro secondo whale watching in Islanda.
L’essere stato male tutto il tempo la volta precedente non l’aveva scoraggiato e l’idea di lasciare quest’isola senza aver visto una balena saltare per lui era inaccettabile.
Torneremo a casa senza aver potuto scattare ancora una volta la foto del salto, ma siamo scesi da quella barca comunque super felici.
L’escursione con Whale Watching Hauganes ha luogo all’interno del Eyjafjörður, una stretta gola sempre a nord del Paese circondata da montagne innevate, a bordo del peschereccio Níels Jónsson.
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“Due voci possenti ha il mondo: la voce del mare e la voce della montagna.”
William Wordsworth
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L’imbarcazione si muove molto vicino alla costa in un’area relativamente piccola, dove il mare è solitamente molto calmo e soprattutto pienissimo di balene: è stato un susseguirsi di potenti sbuffi d’aria e d’acqua coi colori dell’arcobaleno che annunciavano il lento apparire di corpi sinuosi, neri e lucidissimi, che poi scomparivano di nuovo sotto al pelo dell’acqua.
Dopo mezz’ora avevo perso il conto di quante ne avevamo viste. Ne eravamo circondati senza dover solcare controcorrente e a tutta velocità le onde del mare nel tentativo di scorgere in lontananza una codina per pochi secondi, fino a quando non ci siamo ritrovati talmente vicini ad una di esse da riuscire a distinguerne i diversi colori e i tratti del volto.
In quel momento l’esaltazione è salita alle stelle: stavo riprendendo, ma come succede sempre in questi casi i miei occhi hanno preferito guardare la realtà senza il filtro della fotocamera. Addio belle riprese, ma in compenso ho un ricordo indelebile, vivido e reale di quell’attimo stampato nella mia mente.
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Whale watching in Islanda: quindi meglio Húsavík o Hauganes?
Dipende dalle aspettative.
Nel periodo estivo, ad Húsavík è possibile abbinare il whale watching ad escursioni più complete di una giornata, con sosta a Lundey, dimora di una foltissima colonia di pulcinelle di mare, o più giorni – dormendo a bordo o a terra – fino a raggiungere Grímsey, l’unico territorio islandese a trovarsi oltre il Circolo Polare Artico.
Se invece si è interessati esclusivamente al whale watching, allora Hauganes: più economico, uno scenario meraviglioso, un equipaggio – capitano e aiutante – che trasmettono ad ogni avvistamento un entusiasmo pari alla prima volta.
Oddio..ho un attimo di “mancamento”..hai davvero visto una balena a quella distanza? arcuarsi ed immergersi così? davvero..davvero? ho gli occhi a cuoricino! Io ho già prenotato per l’Islanda ad agosto..non vedo l’ora
Ciao! Eh sì, davvero 🙂 era talmente vicina che si distinguevano benissimo i tratti del viso.
Fantastico, te ne vai in Islanda! Allora tranquilla che la vedrai anche tu!
Anche per me husavik è stato deludente, e c’ero stata in pieno agosto 🙁
Purtroppo è questione di fortuna… Terrò a mente Hauganes per la prossima volta, non lo conoscevo!
Neanche noi la conoscevamo e, anche in questo caso, la fortuna e il caso hanno giocato il loro ruolo.. però ho la sensazione che a Hauganes si è un po’ più fortunati 😉
Ciao..bello l’articolo! ti sei resa conto che nell’ultima foto c’è una faccia nella luce? C’era per caso una base militare li vicino?? saluti elisa
Ciao Elisa! Guardandola bene sì, sembra esserci una faccia.. in Islanda non c’è esercito quindi nemmeno basi militari – l’ultima americana è stata smantellata ormai da qualche anno – ma ora sono curiosa di sapere perché.. 🙂
quindi c’era una base militare anni fa!!! perché gli extraterrestri appaiono spesso nelle zone militari…e anche questo potrebbe essere uno….non prendermi per pazza adesso…un abbraccio
Tranquilla: la mia migliore amica teme un’invasione aliena da un momento all’altro 🙂
neanche le parole tuta termica e colazione ai pesci son riuscite a cancellare il sorriso ebete che mi è venuto guardando le tue foto: che meraviglia!!!
Se avessi postato una mia foto con la tuta o una di mio marito alla fine della prima escursione (lui era tra quelli che ha passato la maggior parte del tempo con la mano sulla fronte) ti saresti fatta grosse risate, ma è meglio mantenere un minimo di poesia di questa bella esperienza! 😉