I viaggiatori sono quelli che lasciano le loro convinzioni a casa, i turisti no.
Pico Iyer
Sono rientrata in ufficio dopo un week end lungo segnato da cose da programmare e organizzare, momenti di relax e giornate di divertimento con gli amici. E quando si rientra in ufficio sono i flash back delle risate nei quali la mente si perde e il bombardamento di messaggi nella chat comune con le amiche che ti aiutano a sopravvivere ad un martedì con le vesti da lunedì, mentre hai lo sguardo perso nel monitor acceso davanti ai tuoi occhi e cerchi di razionalizzare sul fatto che stai perdendo del tempo prezioso mentre Mister è a casa, e non succede poi cosi spesso.
Ed é in giorni come questo che il sonno e la stanchezza hanno il sopravvento, rendono l’umore pessimo, riducono la reattività al minimo e spingono a ragionamenti silenziosi su quei sassi sullo stomaco che non sei riuscito ancora a digerire, quelli che ti hanno agitato un po’ il sonno qualche settimana prima, che ti illudi di aver metabolizzato ed invece si ripropongono come i peperoni a cena.
Quindi mi affido al poter lenitivo della scrittura, che mi rilassa e, paradossalmente, mi aiuta ad estraniarmi. Anche in questo post c’entrano i viaggi, o meglio, una vacanza – perché la differenza è sostanziale – e dentro ci sta pure l’amicizia e quello a cui si è pronti a rinunciare.
E la domanda è la seguente: cosa avrei scelto io tra un soggiorno in barca in Sardegna e partecipare ad un evento speciale di una mia amica?
La partenza coincide proprio con lo stesso giorno e partire in un’altra data costerebbe di più; una settimana a cui si pensa da un po’, di tuffi nelle acque blu della Sardegna, dormire cullati dalle onde, di bagni di sole con un mojito in mano, di serate sfrenate nei locali cool della Costa Smeralda dove sfoggiare il vestitino trendy appena acquistato.
Una vacanza così unica ed irripetibile da essere irrinunciabile?
I viaggi sono sempre qualcosa di irrinunciabile, un pensiero fisso al quale non si riesce a non pensare, al quale io stessa non riesco a rinunciare, lavorando, risparmiando, pianificando e incastrando le varie tessere del puzzle fino al raggiungimento dell’obiettivo: prenotare quel volo. Si, perché il viaggio é una cosa seria, un’esigenza da soddisfare altrimenti si sta male; la boccata d’aria fresca che ti riporta al mondo e che col mondo ti fa ricongiungere; la soddisfazione del bisogno di scoperta e di meraviglia che ti fanno tornare a casa con la valigia più pesante, ma non di vestiti nuovi.
Appunto, il viaggio. Ed io qui perdo tutta la mia comprensione e tolleranza.
Oggi si continua a prendere tempo per pensare, per valutare, per verificare. (Verificare cosa poi?) Si continuerà a prendere tempo fino a quando non verrà nuovamente posta la stessa domanda: ci sarai?
Oh, come ti capisco… che dramma!!! Che tragedia… queste amiche che si ostinano a organizzare la loro vita senza prima fare del benchmarking sulle offerte di volo del periodo!!!
Ti sono vicina…
Più che altro queste amiche che ti dicono che si stanno per organizzare quando tu le vorresti invitare al tuo matrimonio.. Grazie per la vicinanza 🙂