Viaggiare a “quest’età”: non tutto il male..

Qualche giorno fa mi sono imbattuta in questo post di Lucia D’Addezio su Luoghi da Vedere, che racconta in modo divertentissimo come cambia il nostro modo di viaggiare dai venti ai trent’anni, mettendo due fasi della vita a confronto.

E’ inutile negarlo: 10 anni in più sulle spalle si fanno sentire tutti, e non solo quando si viaggia. Confermo, inoltre, che il mio modo di viaggiare rispetto a qualche tempo fa è diverso, ma è davvero tutto così negativo?

Ammetto che la resistenza fisica a un certo tipo di ritmi è inversamente proporzionale all’avanzamento dell’età anagrafica – è un processo inesorabile e ne ho riprova ogni domenica mattina dopo un sabato notte di bagordi – ma, all’alba dei miei 35 anni, sono felicemente consapevole che il mio modo di viaggiare e di vivere il viaggio è cambiato, ma non in un’accezione peggiorativa.

Ciò che rimpiango di più dei miei vent’anni è sicuramente la capacità di ripresa da una nottata alcolica, la leggerezza nel programmare di dormire la mattina seguente in spiaggia (tecnica che ad un certo punto ho dovuto imparare visto che le mie compagne di viaggio, capaci di dormire anche durante un bombardamento aereo, puntualmente mi lasciavamo a chiacchierare con l’ombrellone, con conseguente crisi di sonno quando loro erano pronte per ripartire con la serata) e la totale mancanza di preoccupazione nel non riuscire a vedere/fare tutto ciò che il luogo offriva.

Eh, la stanchezza!
Eh, la stanchezza!

Ma oggi l’interesse per locali e serate danzanti è scemato, quantomeno in viaggio: il pensiero che posso andare a ballare – e mi piace andarci, ah quanto mi piace, anche a questa veneranda età! – lo posso fare nella mia città e con i miei amici, esclude questo tipo di divertimento dalla to-do list di viaggio, risparmiandomi quindi risvegli da zombie, mal di testa e il rischio di addormentarmi ad ogni sosta, e lasciandomi le forze per attività che adesso reputo più interessanti.

Stupirsi in Egitto
Stupirsi in Egitto

Se per molti è vero che con l’avanzare degli anni si diventa più micragnosi ed esigenti, per quanto mi riguarda, è successo il contrario: col tempo il senso pratico è divenuto l’elemento essenziale del mio approccio alle varie fasi del viaggio, a partire dalla preparazione della valigia. Mentre a vent’anni passavo la settimana prima della partenza a programmare decine di abbinamenti di vestiti-scarpe-accessori (con il classico “non  ho niente da mettere, devo comprarmi qualcosa” come inevitabile conseguenza) e a fare incetta di prodotti per il corpo di ultima generazione, riponendo poi il tutto in modo ordinato nella mia valigia dimensione-trasloco a prescindere che si trattasse di un weekend o di un mese intero, oggi infilo sempre gli stessi pratici vestiti da viaggio in un piccolo trolley o in una valigia, con tempi di preparazione che vanno dalle poche ore prima della partenza alla sera prima.

L’altro aspetto fondamentale che ha inciso molto anche sulla scelta della destinazione-tipo è l’indipendenza economica. A vent’anni spesso – anzi, sempre – mi ritrovavo a fare la conta fino agli ultimi spicci miei e dei miei compagni di viaggio dovendo puntualmente accorciare il raggio d’azione: l’avere un lavoro stabile oggi mi permette di scegliere tra diverse alternative e di spingermi più lontano, rendendo concreti alcuni di quei sogni che ho tenuto chiusi nel cassetto per anni.

Passiamo al discorso esperienza. Volete mettere la consapevolezza  e la capacità di gestire le varie situazioni dei 30 anni con l’inesperienza dei 20? Ricordo che la mia insicurezza, i dubbi sulla mia capacità di giudizio e il timore di mettermi nei guai a volte mi limitava, specie quando mi sentivo responsabile nei confronti dei miei compagni di viaggio, e mi spingeva a programmare ogni minimo dettaglio prima della partenza.

Studiando Malta
Studiando Malta

L’approccio di oggi è cambiato sensibilmente: il viaggio viene disegnato nella struttura, ma tutto il resto viene deciso in base mood del momento – quando si è già in corsa – sdrammatizzando su eventuali imprevisti che si presentano. La padronanza dell’inglese, l’aver volato con diverse compagnie, l’aver passato diverse ore in svariati aeroporti, il confronto con persone dai quattro angoli del globo, la sensibilità acquisita con le varie esperienze, la maggiore fiducia nel prossimo e nella mia capacità di giudizio, mi rendono la viaggiatrice più sicura e libera che avrei voluto essere a vent’anni.

A distanza di dieci anni mi rendo conto, quindi, di essere cresciuta come viaggiatrice in un modo che mi piace e mi fa stare bene, o forse semplicemente ho subito una metamorfosi che mi ha trasformata da semplice turista-festaiola a qualcosa di più. Fatto sta che mi ritroverete ancora per molti anni a dormire per terra negli aeroporti, in compagnia della mia valigia con pochi vestiti, tre macchine fotografiche, pinne e maschera; a scegliere una meta seguendo l’istinto e non inseguendo le comodità e a sognare di spingermi sempre più lontano.

Ah, la crociera sul Mediterraneo me la conservo per il mio ottantesimo compleanno!

Il miglior modo di vedere il mare.
Il miglior modo di vedere il mare.

Francesca

Francesca

Amante del caffè in tutte le sue forme, l'importante è che sia rigorosamente senza zucchero. Expat seriale. Innamorata del mondo in ogni sua sfumatura e latitudine, ha perso il cuore in Africa, ma finisce col cercarlo sempre in altri posti. Ne parla poco, ma ha un debole per Londra e il Medioriente.

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10 thoughts on “Viaggiare a “quest’età”: non tutto il male..

  1. Bello questo post, capita “a cecio” come si dice dalle mie parti! In questo periodo ci penso spesso a come ero a 20 anni… a 20 anni non viaggiavo! Ero sempre in bolletta, studiavo come una matta e arrotondavo con dei lavoretti per passare una settimana con le amiche. Decisamente meglio i 30, qualche soldo in più (mica tanto 😉 ), nuove consapevolezze ed un compagno che mi asseconda nel 80% della scelta della meta!

    1. Grazie Valentina! Abbiamo lo stesso percorso alle spalle: dei 20 anni ricordo la voglia di finire in fretta l’università per poter finalmente sentirmi libera.. poi da li è andato tutto a migliorare! 🙂

  2. Ogni tanto anche io penso a come è cambiato il mio modo di vivere i viaggi, mi ritrovo perfettamente nelle tue parole quando dici che se prima programmavi tutto nei dettagli, ora ti fidi più del prossimo e della tua esperienza e vai un pò più a istinto. Te lo confermerò ancora di più fra tre anni, quando ne avrò trenta anche io 😀

  3. Mi fa molto piacere essere citata come “punto di partenza” di questa bella e profonda riflessione sui cambiamenti nel modo di viaggiare a 20 e a 30 anni. Condivido molti dei tuoi pensieri e sono convinta che anche se a 30 anni c’è qualche “acciacco” in più e un po’ di energia in meno, il modo di viaggiare cambi anche e soprattutto in modo positivo. 🙂


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