Ogni singolo giorno trascorso in Islanda mi ha regalato uno spettacolo unico e meraviglioso.
Ma se qualcuno, prima di partire per un breve viaggio in questo Paese, mi chiedesse cosa vedere assolutamente, non avrei dubbi nel rispondere di dedicarsi alla scoperta della parte sud dell’isola.
E’ qui, infatti, che si concentra la maggioranza delle attrazioni più conosciute di tutta l’Islanda, nonché quelle più particolari, tutte a ragionevole distanza l’una dall’altra.
Tutto ciò consente di seguire un itinerario semplice e comunque estremamente appagante – senza il bisogno di inerpicarsi per gli sterrati montani o zigzagare lungo le scogliere da capogiro dei fiordi – anche solo nel tempo di un weekend lungo o uno stopover di qualche giorno verso gli Stati Uniti.
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Islanda: itinerario breve per scoprirne il meglio
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Dopo un salto nella coloratissima Reykjavík, il Circolo d’Oro è – a ragion veduta – la prima tappa che viene in mente nella programmazione di questo breve itinerario islandese e Eyjafjallajökull – dopo che l’eruzione del 2010 ha stravolto per intere settimane i voli di due continenti – è il nome meno pronunciabile che più suona familiare da queste parti, ma l’Islanda del Sud non è solo questo.
Lungo la costa meridionale infatti è facile imbattersi, per esempio, in alcune delle cascate più incredibili che abbia mai visto, tra cui Seljalandsfoss e Skógafoss, che si trovano comodamente lungo la Hringvegur.
Come spesso accade nella terra degli elfi, a quest’ultima è legata una leggenda.
Essa narra del navigatore Thrasi, il quale, raggiunte le coste meridionali dell’Islanda, decise di nascondere il suo forziere in una grotta dietro Skógafoss. Di tale tesoro non si seppe più nulla per lungo tempo, fino al giorno in cui venne ritrovato un anello in argento che sembrava essere proprio la chiave del forziere di Thrasi.
Nessuno, però, ha mai avuto il coraggio di sfidare la cascata per cercare ciò che vi è nascosto dietro e l’anello rimane custodito nel vicino museo di Skógar.
Un’altra particolarità di questa area sono le infinite spiagge vulcaniche di sabbia nera.
La più suggestiva è indubbiamente Reynisfjara, nei pressi di Vík, caratterizzata dai faraglioni che emergono dalle tormentate acque dell’oceano e dalla Hálsanefshellir, una grotta formata da colonne basaltiche che la rendono simile ad un grande organo scavato nella roccia.
I tre faraglioni di Reynisfjara rispondono al nome di Skessudrangur, Langhamar e Landdrangur. Anche qui è una leggenda a raccontare la storia di questo luogo: due giganti stavano tentando di portare a riva una nave a tre alberi quando vennero sorpresi dall’alba. Il sole li trasformò in pietra, compresa la nave, e d’allora combattono inermi la forza dell’oceano.
A circa metà strada tra Skógafoss e Vík, immerso in uno scenario meravigliosamente inquietante, si trova uno dei soggetti più fotografati d’Islanda: la fusoliera del Douglas Super DC-3, un aereo da guerra americano che da 4 decadi è avvolto dalla sabbia nera di Sólheimasandur.
Le indicazioni per arrivarci (e le foto) le trovate in questo post: il relitto si trova verso la costa a soli 4 chilometri dalla Hringvegur, ma sembra che recentemente il proprietario del terreno abbia deciso di chiudere l’ingresso alle automobili in seguito al mancato rispetto dell’invito a non guidare fuori dal tracciato.
Ma è proseguendo ancora verso est, ancora per altri 200 chilometri, che si raggiunge quello che secondo me è il luogo più magico dell’intera isola: la laguna di Jökulsárlón.
Lo scenario in cui gli iceberg si muovono lentamente nelle loro diverse colorazioni, che vanno dal bianco al nero alle mille sfumature di turchese, sembra appartenere ad una dimensione aliena.
Jökulsárlón è una danza malinconica, dolce ed inesorabile.
E’ la fine di un viaggio verso il mare sottolineato dal quieto crepitio del ghiacciaio.
E’ l’ultimo saluto in attesa di continuare a vivere, ma sotto un’altra forma.
Tornando invece verso est, ormai alla fine di questo breve itinerario, l’occhio si perde ancora una volta su vaste pianure di lava ricoperte da un tappeto di muschio spesso e soffice.
Prima di salire sul volo per far rientro a casa, un altro luogo però merita qualche ora del nostro tempo: Bláa Lónið, ovvero la Blue Lagoon, un altro gioco di contrasti cromatici, un altro capolavoro della Natura.
Il miglior modo di concludere un viaggio, la miglior coccola per alleviare la malinconia del rientro.
Era tanto che non passavo di qui… purtroppo sono stata un po’ sconnessa (e lo sono tutt’ora!) quindi sono veramente indietro con i blog da leggere 🙁
però torno ….. e baaam! Ritrovo un articolo interessante con delle foto magnifiche 🙂
Anche noi l’abbiamo avuta in mente per un po’ ma abbiamo deciso di accantonarla momentaneamente per via dei costi! Ma rimane un chiodo fisso comunque 🙂
Ti capisco perfettamente: per noi l’Islanda doveva essere un viaggetto extra, ma dopo aver fatto due conti, è diventato il “viaggio dell’anno”!
Ti auguro di andarci però, perché alla fine vale tutti i soldi spesi ❤️ (anche se questi Islandesi potrebbero essere un pochettino meno avidi..)
Il mio ragazzo è puntato con l’Islanda ultimamente, gli farò leggere il tuo post! Sarà utile quando potremo finalmente organizzare questo viaggio!
snoopandsparkle.blogspot.it
Eh Sabrina, il tuo ragazzo ha ragione ad essersi puntato sull’Islanda: è un Paese fantastico e sono sicura che piacerebbe anche a te!
Veramente un bel posto. La due lagune devono essere uno vero e proprio spettacolo dal vivo 🙂
Proprio così Mara, specie la Blue Lagoon è qualcosa di meraviglioso!
Ho intenzione di andarci ma in effetti non mi sono mai chiesta quanto tempo richieda un viaggio decente in Islanda. Di sicuro non potrei mai permettermi di stare più di una settimana, quindi mi salvo questo post 🙂 la Blue Lagoon deve essere fantastica, ne ho sentito parlare in un video poco tempo fa e ora mi ci sono fissata!
Ovviamente ci sono altri posti in Islanda molto belli, ma penso che se non si ha molto tempo questa è la parte che assolutamente bisogna vedere e in una settimana (o un po’ meno) la si gira con molta calma.
Alcuni dicono che la Blue Lagoon sia troppo turistica: ci sono altre piscine geotermali molto più economiche e selvagge, è vero, ma secondo me lei rimane comunque la più bella in assoluto.