Se è troppo bello per essere vero..

probabilmente non lo è.

Non si tratta di avere una visione pessimistica della vita, ma piuttosto di rimanere obiettivi, soprattutto quando ci sono di mezzo soldi e mercato immobiliare.

Trovare casa a Ginevra non è affatto cosa semplice: me lo avrete sentito dire decine di volte e, probabilmente, vi ho rotto anche le scatole.

Durante la ricerca di una casa per noi mi sono scontrata con la difficoltà di trovare un appartamento di dimensioni medie ad un prezzo accettabile, affidandomi esclusivamente alle agenzie: il 90% degli affitti, infatti, è gestito dalle regie, le quali, visto l’elevato numero di richieste e la scarsa disponibilità di immobili, dopo aver esaminato i fascicoli di svariati contendenti (principalmente permesso di lavoro e dichiarazione dei redditi), decidono a chi affittare la casa, seguendo dei ragionamenti di cui non è dato sapere.

geneva

Ma cosa succede quando l’aspirante locataire, arrivato in terra elvetica alla ricerca di un lavoro, non può produrre la documentazione richiesta dalle agenzie?

Succede che la scelta si restringe alle pochissime case/camere gestite direttamente da privati – spesso date in sublocazione – e si scontra con un mondo sommerso che probabilmente si aspetta di trovare in qualunque altro luogo che non sia l’onesta e precisa Svizzera. O quantomeno è quello che è successo a me in questi giorni nell’aiutare una mia amica nella ricerca di una sistemazione.

Succede anche che, dopo dozzine di email e telefonate a vuoto, ci si butta a capofitto nell’annuncio per un appartamento in zona centrale ad un prezzo decisamente vantaggioso convincendosi che la fortuna, per una volta, sta girando dalla propria parte.

Nulla di più sbagliato, visto che, quando si tratta di soldi, come in tutte le parti del mondo, non si guarda in faccia a nessuno.

Appartamento di 60mq 1.000 chf a Champel, uno dei quartieri più eleganti della città.

Il tizio in questione, dopo aver confermato la disponibilità dell’appartamento e aver messo in chiaro la necessità di pagare due mesi di caparra più la mensilità corrente, quando chiediamo di fissare un appuntamento per vedere la casa, ci informa di trovarsi all’estero e che, avendo fatto un viaggio a vuoto la settimana prima per mostrare l’appartamento ad una persona che in realtà non aveva liquidità sufficiente, non è più disponibile a viaggiare.

Avrebbe gestito il tutto tramite Airbnb: la visita sarebbe stata fissata con un ipotetico agente solo dopo l’avvenuto pagamento delle somme di cui sopra, che sarebbero state restituite nel caso in cui l’appartamento – per qualunque motivo – non rispecchiasse le aspettative della mia amica.

Chiediamo di trovare un accordo diverso: il tizio sparisce e su Airbnb dell’appartamento non vi è traccia.

Monolocale di 30mq 850 chf nel centro storico.

In questo caso la tizia si presenta come la moglie del presidente di un’associazione di sindacati.

In un francese esageratamente forbito, ci spiega che l’appartamento era stato acquistato per la figlia che studiava a Ginevra e che, finita l’università, era tornata a vivere con loro in Francia. Avevano deciso di darlo in affitto non tanto per i soldi – a giustificazione del prezzo decisamente basso – ma per non lasciarlo vuoto per motivi di sicurezza.

Dopo chilometri di parole, riusciamo strappare una data per la visita ma, alla fine dell’email, leggiamo la stessa storiella: non avrebbero affrontato il viaggio dalla Francia a vuoto, visto che la settimana precedente ci avevano rimesso € 500,00 a causa di una coppia che in realtà non aveva i soldi sufficienti per pagare l’affitto.

Quindi richiedeva il pagamento di caparra e primo mese di affitto ancor prima della visita, tramite un versamento con Western Unione intestato a me medesimo, inviando loro copia del documento di identità e dell’ordine di pagamento.

Come garanzia, la mia amica non avrebbe dovuto inviare loro il codice MTCN e sarebbe stata rimborsata delle commissioni del trasferimento nel caso l’appartamento non fosse stato di suo gradimento: peccato che nel frattempo loro avrebbero avuto in mano comunque già tutte le informazioni necessarie per agire come persone incaricate all’incasso.

Abbiamo invitato la cara signora francese a rimanere tranquillamente lì dov’era e dopo un paio di giorni abbiamo trovato un annuncio più vecchio con le stesse foto, la stessa descrizione, postato da una persona diversa, con una richiesta di 1.600 CHF: il prezzo che mediamente viene chiesto per una casa con queste caratteristiche.

Nel Cantone di Ginevra solo il 17% è proprietario della casa in cui abita (dati 2013).

La maggior parte degli immobili in affitto sono di proprietà delle stesse agenzie immobiliari o di grandi società e holding.

L’acquisto di un immobile da parte di uno straniero è soggetto ad una legge federale speciale, che stabilisce tra le altre cose la quota annua destinata a non-svizzeri sul totale delle vendite, il divieto di affittare a terzi per periodi superiori ai 12 mesi e l’obbligo di avere il permesso C, che si ottiene dai cittadini UE dopo 5 anni di residenza continuativa nello stesso Cantone.

Appartamento di lusso di 80mq 800 chf a Grand-Saconnex, comune fuori città.

Vedendo le foto dell’annuncio, pubblicato esclusivamente su un sito per espatriati, che sembravano quelle di un hotel a 5 stelle, abbiamo capito subito che si trattava dell’ennesimo specchietto per le allodole. Però ormai ci avevamo preso gusto e abbiamo risposto.

Questa volta il tizio è un chirurgo irlandese – posizione ribadita ad ogni scambio di email – che ci ha fornito l’indirizzo della sua pagina web professionale e copia del passaporto ancora prima di chiedergliela.

Stessa storia: casa acquistata per la figlia che studiava a Ginevra, ora rientrata in madrepatria. Perdita di denaro a causa di altre persone che non si sono dimostrate serie e richiesto il pagamento in anticipo di tutte le somme dovute ancora prima di vedere la casa, con contratto gestito attraverso Homeaway, sito in cui l’appartamento in questione ovviamente non c’è.

Trovare casa ginevra

Da ieri la mia amica ha una stanza in subaffitto per due mesi in una casa in condivisione, a Paquis, uno dei quartieri più economici in città: la stanza è ampia, ma paga comunque circa 1.000 franchi al mese.

***

Quel che mi sento di suggerire a chi è intenzionato a trasferirsi qui, come in qualsiasi altra città estera che accoglie ogni anno migliaia di espatriati, alla ricerca di un lavoro e non può affidarsi quindi ad un’agenzia e non ha agganci in città, è di trovare una sistemazione provvisoria tramite siti accreditati, valutando l’anzianità e la reputazione online del locatori.

Una volta arrivati, desistere dal rispondere alle offerte eccessivamente vantaggiose; cercare inizialmente una stanza in una casa condivisa e pretendere di vederla prima di firmare qualunque cosa, inviare copia di documenti di identità o, ancor peggio, denaro.

E ancora, chiedere di poter vedere:

–> copia del permesso di lavoro se il locatore non è svizzero – cosa che succederà del 90% dei casi;

–> un’utenza a suo nome (o qualunque altro documento che attesti che viva realmente lì)

–> tutte le stanze della casa facendo attenzione a quei dettagli che dimostrano che la stessa è abitata dal numero di persone che vi è stato detto viverci.

Tutti questi accorgimenti potrebbero sembrare eccessivi o le situazioni talmente paradossali da essere al limite del ridicolo, ma la prudenza non è mai troppa, specie quando  si pensa finalmente di avercela fatta ed invece si rischia di non riuscire più ad infilare la chiave nella porta di quella che in realtà era una casa occupata.

Francesca

Francesca

Amante del caffè in tutte le sue forme, l'importante è che sia rigorosamente senza zucchero. Expat seriale. Innamorata del mondo in ogni sua sfumatura e latitudine, ha perso il cuore in Africa, ma finisce col cercarlo sempre in altri posti. Ne parla poco, ma ha un debole per Londra e il Medioriente.

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5 thoughts on “Se è troppo bello per essere vero..

    1. Ma dai! Certo che non ti dai pace, tu! Ti ammiro tanto Ros, davvero.
      In bocca al lupo per la ricerca della casa allora. Non conosco la situazione di Zurigo, ma non credo sia molto diversa da quella di Ginevra. L’unica nota positiva è che le case sono mediamente migliori di quelle di Londra.. ma con quello che te le fanno a pagare, ci mancherebbe altro!


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