Solo fogli da firmare

Lo avevo già deciso il 15 settembre dello scorso anno, quando ho chiesto il primo periodo di aspettativa di 6 mesi, che non sarei più rientrata in quell’ufficio.

La voglia di cambiare aria, di seguire Mister da vicino in questa avventura e di risvegliarmi dal torpore che 9 anni di routine lavorativa mi aveva permeato fino alle ossa, era cresciuta e maturata dentro di me lungo tutto l’anno e ormai ne ero pienamente cosciente.

Questi 6 mesi, ai quali se ne sono aggiunti altri 3, sono volati come nessun altro periodo della mia vita, segnati da un conto alla rovescia che scandiva la fine di ogni mese, sottraendo altri 30 giorni alla scadenza del 01 luglio.

La possibilità di rientrare c’è sempre stata, mi è stata suggerita diverse volte, mi è stata ricordata velatamente tra le righe di un’email, ma avrebbe significato fare un passo indietro, vanificare la strada fatta finora, ritrovarmi al punto di partenza in una situazione con una nuova data di scadenza che io stessa avrei fissato, consapevole che la voglia di andarmene avrebbe ribussato alla mia porta poco dopo.

Mentre mi ritrovo a mettere la mia firma su ogni singolo foglio, mi scorrono davanti, a ritroso, i ricordi, i volti dei colleghi – la faccia più bella di questa lunga esperienza – il caffè delle 9, la piazzetta di Fontana di Trevi da attraversare all’ora di pranzo e la lotta contro i turisti per farci largo, la minaccia dei sampietrini all’incolumità di tacchi e caviglie, le cene di Natale, gli eventi aziendali, i regali di compleanno, i cornetti del venerdì, le confidenze, l’amicizia che va al di la delle 18:00, le discussioni telefoniche tirate all’infinito, l’orgoglio ad intermittenza di lavorare li, il sentirsi un giorno parte di una grande famiglia e il giorno dopo figli unici.

Tutto questo si traduce in una morsa allo stomaco, inaspettata, inattesa, quasi paralizzante.

Le dita tengono la penna e si muovono autonomamente passando da un FIRMA QUI all’altro, raccolgono i fogli, avviano la scansione e poi allegano all’email un PDF, in un processo che ha scandito la quotidianità di un capitolo che si conclude con INVIA EMAIL; quel che si blocca è la mente e il respiro, persi in una sensazione di vuoto che si è creato attorno, con il dubbio e l’incertezza che spingono per crearsi un varco.

Allora sale l’urgenza di scrivere, di lasciare traccia di questo momento – come se poi ce ne fosse bisogno – nel tentativo di dipanare la matassa delle parole che nel frattempo si sono aggrovigliate nella mente.

E dopo 2000 battute ne vengo a capo e metto a fuoco il fatto che mi spaventa di più tornare alle certezze di prima che vivere nelle incerte di oggi.

In realtà non è cambiato nulla rispetto a 9 mesi fa: sono nel punto in cui volevo arrivare, nella città in cui volevo trasferirmi, libera di scrivere nuovi capitoli con uno stile diverso.

Tra un po’ andrò al corso di francese e questi sono solo fogli da firmare.

 

 

 

Francesca

Francesca

Amante del caffè in tutte le sue forme, l'importante è che sia rigorosamente senza zucchero. Expat seriale. Innamorata del mondo in ogni sua sfumatura e latitudine, ha perso il cuore in Africa, ma finisce col cercarlo sempre in altri posti. Ne parla poco, ma ha un debole per Londra e il Medioriente.

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15 thoughts on “Solo fogli da firmare

    1. Sono ancora alla ricerca della mia dimensione completa, ma nessuna remora o pentimento, anzi! Grazie Cris.. un bacio!

    1. Se é quello che vuoi, te lo auguro.. così potrai iniziare a dar vita a quell’esperienza che hai in mente da tanto tanto tempo!

  1. Ma… ma… ti sei licenziata? Davvero?
    EVVAIIIIIIIIIIIIII!!!!! Liberaaa!!! Congratulazioni, davvero: non si può tornare indietro dopo aver fatto certe scelte di libertà. Proprio non si può.
    “Noi ti seguiamo”! (Cit. TuristiPerSbaglio)

    1. Non si può tornare indietro specialmente quando già si sa che si va incontro a qualcosa che non ci fa stare bene.. Grazie Eli!

  2. Mi piace sempre come scrivi, le incertezze, i paradossi (quattro battute alla tastiera per decidere del mio futuro). Le conclusioni non affatto ovvie: “mi spaventa di più tornare alle certezze di prima che vivere nelle incerte di oggi”. Noi, noi ti seguiamo 🙂

    1. Attenzione che sono particolarmente sensibile in queste giorni: già che mi scrivi “noi ti seguiamo”, ho sentito un tremolio dentro vicino alla commozione! 😉

  3. Che dire! Tu sai quello che vuoi…forse lo hai sempre saputo! Tornare indietro significa deludere cio che sei diventata ora!richiudere le porte luminose di un futuro all estero per riaprire solo quelle buie e fatiscenti dei soliti treni…!vai cosi! Ctrl alt canc end enjoy the future :*

    1. ValenDina tu sai quali corde toccare: appena pronunci la parola “treno” eventuali dubbi si dissolvono!
      p.s. wow, il tuo primo commento!! 😉


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