Se fossi nata in Australia, mi chiamerei Paul

“La compassione e l’empatia per il più piccolo degli animali è una delle più nobili virtù che un uomo possa ricevere in dono.”

 Charles Darwin

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Se fossi nata in Australia vivrei a Kangaroo Island, avrei un’età indefinita, i capelli scarmigliati, i denti sgangherati e camminerei tutto il giorno con ai piedi degli stivali verdi di gomma.

Vivrei in una fattoria circondata da 200 acri di terra, in una zona remota dell’isola, insieme a mia moglie e alla mia bambina di 4 anni, e passerei le mie giornate ad occuparmi dei miei animali, a correre da una parte all’altra dell’isola per salvarne altri; a coltivare l’avena, accogliere a giorni alterni gruppetti di turisti incuriositi ed ospitare backpaker, armati di buona volontà, che hanno voglia di darmi una mano per qualche giorno.

Paul's Place

Amerei così tanto gli animali da far loro un santuario dove curarli quando sono feriti, li lascerei vivere in spazi aperti, senza confini, liberi di muoversi a loro piacimento, senza gabbie ne recinti, e terrei gli uccelli in voliere cosi grandi da contenere alberi altissimi e non vederne la rete dal lato opposto.

Se fossi nata in Australia, sono sicura, sarei stata Paul.

E vivrei una vita semplice, che non vuol dire necessariamente facile, interamente dedicata a loro – gli animali – con un umorismo che conquisterebbe chiunque bussi alla mia porta.

Paul's Place (2)

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Fare visita al Paul’s Place è stata una delle esperienze più entusiasmanti che io abbia fatto a Kangaroo Island.

Ci siamo presentati in un momento in cui non era prevista l’apertura al pubblico: è stata la nostra prima tappa subito dopo l’arrivo sull’isola e non avevamo avuto modo di informarci, ma Paul ci ha accolti lo stesso con un gran sorriso.

Ho vissuto due ore a quel livello di eccitazione che si riesce a provare solo nei momenti in cui si torna bambini, circondata da animali di ogni genere: canguri, koala, emu, capre, pappagalli, kookaburra, echidna, rettili e chi più ne ha più ne metta.

Paul ti lascia entrare nel suo mondo e ti lascia fare: la sua presenza è così discreta che ad un certo punto non sai se è ancora li con te, per poi tornare a farsi sentire con le sue battute e la sua risata fragorosa.

Paul's Place (9)

Grazie a lui ho scoperto che il canguro adora farsi fare i grattini sotto al collo mentre incrocia inconsapevolmente le zampe anteriori come a voler abbracciare se stesso.

Il koala sa di buono, ha l’alito che profuma di eucalipto, e ti stringe forte forte per non cadere; mentre gli emu arrivano tranquillamente a due metri di altezza, hanno lo sguardo strambo e farebbero davvero di tutto per una manciata di avena.

Paul è riuscito anche a mettermi un serpente attorno al collo – l’unico animale che avrei volentieri fatto a meno di toccare – ma mentre gli dicevo che non mi sentivo a mio agio, me lo aveva già sistemato sulle spalle, rassicurandomi: “I just found it. You both look good together!”.

Paul's Place (10)

Paul's Place (7)

Paul's Place (8)

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Durante la mia permanenza a Kangaroo Island, ho voluto visitare pure il Wildlife Center di Parndana.

Come il Paul’s Place, anche questo centro ospita principalmente animali vittime di incidenti o bracconaggio e, pertanto, farvi visita significa contribuire indirettamente al lavoro di salvaguardia degli stessi, ma l’impressione che ho avuto nell’immediato è stata quella di trovarmi in uno zoo: le gabbie, in alcuni casi, mi sono sembrate troppo piccole e disposte in modo troppo artefatto, anche se non mancano grossi recinti per canguri e altri animali di taglia più grossa.

Sarà stata la pioggia e la malinconia di dover andare via dall’isola dopo poche ore, ma ho lasciato il Wildlife Center di Parndana con un po’ di amaro in bocca.

Se per motivi di tempo, tornando a Kangaroo Island, dovessi scegliere di visitare solo uno dei due posti, sceglierei senza dubbio di far visita al Paul’s Place, risparmiando anche qualcosina. Per maggiori info, potete dare un’occhiata al sito.

Francesca

Francesca

Amante del caffè in tutte le sue forme, l'importante è che sia rigorosamente senza zucchero. Expat seriale. Innamorata del mondo in ogni sua sfumatura e latitudine, ha perso il cuore in Africa, ma finisce col cercarlo sempre in altri posti. Ne parla poco, ma ha un debole per Londra e il Medioriente.

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26 thoughts on “Se fossi nata in Australia, mi chiamerei Paul

    1. Grazie a te per essere passata!
      Eh, l’Australia lascia il segno: io ogni volta che vedo una foto mi prende la voglia di tornare. Proprio ieri sera guardavo i voli per Sydney: non si può fare, mi tocca aspettare.

  1. 😀 ok, cercherò di essere più discreta!

    Ho finito la lettura con il post della tua amica Chiara. Ha proprio ragione quando dice che ti senti in un mondo a parte. Io mi sentivo lontana ma al centro di tutto. Una sensazione strana che ho cercato di descrivere in un post, ma non credo di esserci riuscita. ^.^

    Grazie per questi post. Non ne leggo molti sull’Australia ma i tuoi mi hanno veramente riportata lì.

    Buona serata, ti abbraccio..

    1. i tuoi post sull’Australia sono intrisi d’amore: delicatamente, trasudano tanto amore per questo Paese.
      Grazie a te per averli letti. Ti confesso che un po’ temevo il tuo “giudizio”!
      Buona serata anche te, cara.

    1. Grazie, sei un tesoro!
      Sto scrivendo lentamente, quando i ricordi e le sensazioni tornano a galla, perché non voglio che mi sfugga qualcosa.. quindi ne avrai per un bel po’!
      Io mi sono innamorata di quell’uomo, ma quando gli ho detto che volevo vivere con lui, mi ha detto che già aveva troppe donne in casa! 🙂


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