#NonPartoSenza

Anch’io ho voluto aprire la mia valigia per voi e.. ahimè, non ci troverete nulla di sconvolgente. Ai preparativi pre-partenza dedico veramente poco tempo: sono molto abitudinaria in questo e, quindi, finisco col metterci sempre gli spessi vestiti, tant’è che ormai ho l’armadio diviso in due: vestiti da viaggio, che vengono sostituiti solo dopo che sono giunti all’autodistruzione e tutti gl’altri.

I miei #NonPartoSenza sono:

1. Scarpe da ginnastica ed infradito. Ci ho provato a portarmi dietro almeno un paio di scarpe con i tacchi perché “..non si sa mai”, ma puntualmente ritornavamo a casa riposte nella bustina cosi come erano partite e alla fine ho deciso di lasciarle definitivamente a casa. Preferisco un paio di sandali carini, ma pratici, che non si adattano solo alla – rara – uscita “mondana”. Per soddisfare la mia vanità, mi accontento dell’ombretto nero sugli occhi, vezzo senza il quale non riesco ad uscire di casa, se non per andare al mare.

2. Telo/pareo/sarong in un unico pezzo: questo metro di stoffa colorata, arrivatomi qualche anno fa dalla Spagna come souvenir da parte di mio fratello, si è rivelato utile in diverse occasioni: in spiaggia quando manca l’asciugamano, in un tempio di Bali quando i pantaloni erano troppo corti, durante il safari in Kenya come sciarpa mentre sfrecciavamo per la savana con la jeep aperta e io con una tracheite da lasciarmi muta per 4 giorni.. (il che ha reso felice qualcun altro).

3. Macchina fotografica, spesso più di una, per scattare centinaia di foto e registrare ore di filmati che guarderò per i sei mesi successivi al rientro, in preda alla depressione post-vacanza.

4. Astuccio con medicinali generici e disinfettanti vari. Soffrendo di emicrania non riesco ad uscire di casa senza un antidolorifico e non riesco nemmeno a rinunciare a farne incetta nei drug store degli Stati Uniti e del Regno Unito: sono molto più economici e – alcuni – molto più potenti. Ma vi prego non prendetemi per una ibuprofene dipendente, stile Dr. House. Devo dire che quando sono in viaggio, nonostante la stanchezza che si accumula e gli orari sballati, succede raramente che abbia una crisi di emicrania, a dimostrazione che viaggiare è la miglior cura.

5. Un libro che mi faccia compagnia, specie quando viaggio da sola. Un tascabile o comunque un libro di dimensioni ridotte, che sfilo dalla libreria prima di uscire di casa con la valigia in mano o prima di salire su un aereo, e che divoro durante le ore di attesa tra andata e ritorno. Molti dei miei libri sono stati acquistati proprio mentre girovagavo per il terminal: un salto in libreria è ormai un’abitudine e, se l’aeroporto di turno è in UK, ne esco con chili di libri.. come si fa a rinunciare al 3X2?

#NonPartoSenza

Grazie a Martina di Martinaway per avermi fatto conoscere questa bella iniziativa e al Team di Trippando per aver avuto l’idea. Se volete partecipare anche voi ben venga.. questo è l’invito a farlo da parte di Trippando:

Però siamo curiosi e ci piacerebbe conoscere anche i vostri, cari TripLettori. Quindi, se vi va, vi invitiamo a scattare foto e condividerle su Instagram, Facebook e Twitter usando l’hashtag #nonpartosenza. Se vi va di spiegare perchè non partite senza cosa, scrivete pure due righe (o un articolo), mandatele a silvia@trippando.it e… le pubblicheremo volentieri!

.

Il vero scoop è che, al momento della foto, nonostante un’accurata ricerca, non ho trovato il famigerato telo. Le alternative sono due: o spedisco mio fratello a Barcellona per farmelo ricomprare o io vado a cercarlo in Australia, dove probabilmente l’ho lasciato.

Nell’attesa di prendere una decisione, vi lascio un paio di foto:

Telo-Sarong che copriva le mie nudità a Bali
Telo-Sciarpa che mi ha salvato la gola mentre mi scatenavo nella danza Masai
Francesca

Francesca

Amante del caffè in tutte le sue forme, l'importante è che sia rigorosamente senza zucchero. Expat seriale. Innamorata del mondo in ogni sua sfumatura e latitudine, ha perso il cuore in Africa, ma finisce col cercarlo sempre in altri posti. Ne parla poco, ma ha un debole per Londra e il Medioriente.

RELATED ARTICLES

La libertà di darsi delle regole
Buffer: perchè è uno dei miei tool preferiti

10 thoughts on “#NonPartoSenza

  1. Non ho mai contemplato l’opzione di mettere in valigia delle scarpe col tacco xD Quella che vedo in foto è una GoPro??? Non sai quanto la sto bramando!
    Il telo comunque è davvero bello quindi torna in Australia a riprendertelo!

    1. A differenza dei tacchi, la gopro una volta che c’è l’hai non la lasci mai più a casa. Quindi si, comprala!
      Il telo alla fine l’ho ritrovato in una scatola a casa: devo trovare un’altra scusa per tornare in Australia, ma non credo sia difficile..

  2. Morire se mi porto dietro una medicina!!! Devo stare già male prima di partire per ricordarmele 😀
    In compenso i tacchi, in base al viaggio, decido se portarli o meno.. ma solo perchè se sono in città di sera li uso, almeno sembro un pò più alta ahahahah
    Bellissimo il tuo telo/pareo…trovato??

    1. In effetti almeno un paio di scarpe coi tacchi dovrei portarmele dietro: a Sydney mi è dispiaciuto non averle.. ci sono dei locali davvero belli nei quali non credo mi avrebbero fatto entrare in jeans e scarpe da ginnastica. E’ che parto sempre con l’idea che tanto non mi serviranno e invece..
      Il pareo l’ho trovato! L’avevo riposto in una scatola dimenticandomene completamente!

  3. Prima di leggere il commento di Martina, avevo già anch’io da scrivere qualcosa sui tacchi: io sono come Francesca. Puntualmente – e pure durante l’anno sabbatico – sono sempre partita con infradito, scarpe da ginnastica e un paio di sandali col tacco. Sempre basandomi sulla “seratona”, il teatro, a ballare, e metti che incontro il figo della mia vita, vuoi che mi presenti in infradito? Ecco: anche le mie scarpe col tacco tornano sempre a casa intonse. In Oman il figo della mia vita l’avevo pure incontrato (che sia per la vita è ancora tutto da vedere, eh?), ma non le ho mai indossate: e chi si metteva a barcollare sui tacchi con 40 gradi? E dire che ho sempre avuto fidanzati alti come me se non più bassi, e per una volta che l’avevi incontrato alto… No. La prossima volta le lascio a casa! (non ci giurerei, però) 😀

    1. In caso di trasferimento, anche se temporaneo, lo spazio in valigia per un paio di tacchi e anche per il diffusore, lo troverei però.. poi sull’effettivo utilizzo dei primi non garantisco, ma sul secondo si, per scongiurare l’effetto piovra sui capelli!

    1. io dopo averli portanti in giro inutilmente mi sono messa l’anima in pace e li lascio direttamente a casa. Corro sui tacchi tutti il giorno tutti i giorni: perché ‘sto stress pure in vacanza? 😉


Leave a Reply