Chicago: Near West Side & Pilsen

Dopo i primi due giorni passati a girovagare per il Loop, ma soprattutto dopo aver guardato le strade senza fine di Chicago dal 95° piano del John Hancock Center, mi è venuta una gran voglia di spingermi oltre la zona centrale, per scoprire una fetta della città lontana dai lustrini dei negozi firmati e dei grandi viali con le aiuole fiorite.

Prima di mettermi in marcia, cartina alla mano, ho cercato di capire cosa avrei trovato.

Il web mi ha bombardato di informazioni, a volte in contraddizione tra loro, ma quello che mi è stato ben chiaro fin da subito è che c’è una sorta di spartiacque tra nord e sud e che, muovendosi per la città, anche continuando a camminare sulla stessa strada, basta superare un isolato per passare dal più grazioso e tranquillo dei quartieri a quello in cui non vorresti mai ritrovarti.

Chicago_S Wabash Ave

Ho fissato, quindi, nella memoria un perimetro e alcuni nomi come Halsted Road, un’arteria che mi sarei ritrovata ad attraversare ogni giorno nei giorni a seguire, la quale corre da nord a sud, perpendicolarmente alla Roosevelt Road, segnando una linea immaginaria tra il “Top” della città e tutto il resto – non necessariamente in un’accezione negativa.

EnglewoodGarfield, Lawndale, quartieri dai quali avrei dovuto rimanere lontana.

Chicago_Roosevelt bridge

Pilsen

E’ la prima zona in cui mi sono diretta, attratta da quanto avevo letto: nato come sobborgo abitato da immigrati boemi, oggi Pilsen è una parte di Messico nella grande Chicago.

Contrariamente alle descrizione di alcune guide e siti sulla città, non l’ho trovato un quartiere che pullula di negozi vintage e gallerie d’arte.

Ve ne sono certo, ma siamo ancora lontani dall’atmosfera vibrante e bohemien che mi aspettavo leggendo certe informazioni, probabilmente perché, secondo il mio parere, si trova ancora nel mezzo dell’evoluzione da zona popolare a quartiere in voga, ovvero quel fenomeno sul quale ho letto scambi di opinioni particolarmente accalorati tra i Chicagoans, che prende il nome di gentrificazione, un termine che sinceramente non avevo mai sentito prima.

Chicago_Pilsen 6

In questa zona non mi sono sentita sempre a mio agio – sarà che sono stata avvicinata da un paio di bulletti a bordo di un furgone poco prima di percorrere un tunnel sotto i binari della ferrovia, il che mi ha messo una certa ansia addosso, e l’aver incrociato strade completamente deserte, case con finestre e porte sbarrate e polverosi vialetti sul retro, nei quali enormi grovigli di cavi elettrici entravano ed uscivano dalle abitazioni che per un attimo mi hanno riportato alla memoria alcuni scorci di Bangkok.

Pilsen vale comunque un paio d’ore di vagabondaggio per le sue strade colorate di murales, presenti perfino sulle chiese, tra taquerías e minuscoli bar dove tutti parlano spagnolo, per scoprire un altro volto della città, in un quartiere che esprime in modo molto forte la cultura della gente che vi abita.

Magari in compagnia sarebbe meglio.

Chicago_Pilsen 1

Chicago_pilsen 4

Chicago_pilsen murales

Chicago_pilsen

Chicago_pilsen 5

[I murales e gli edifici più belli si trovano nell’area compresa tra  W 18th – W 19th – S Ashaland Ave. – S Halsted St.]

West Loop

Stavo camminando lungo la W Fulton Street quando, poco prima di svoltare a destra per risalire lentamente verso il Magnificent Mile, sono stata attirata da una grossa scritta ad arco sulla strada, qualche centinaia di metri più avanti.

Chicago_Fulton Market

Superata di nuovo la N Halsted St., ho capito di trovarmi nel punto in cui inizia lo storico Fulton Market, ovvero la zona in cui erano concentrati i mattatoti della città nell’Ottocento, periodo in cui Chicago sfamava mezza America con la sua carne ed inquinava il Lago Michigan.

Tutt’oggi in quest’area sono presenti alcune aziende attive nella grossa distribuzione e ci si ritrova spesso a dover cedere il passo a muletti carichi di merce impegnati ad entrare ed uscire dai magazzini, ma negli ultimi anni il quartiere si sta trasformando in una zona residenziale molto richiesta e localini e ristoranti alla moda sono spuntati come funghi ad ogni angolo.

L’atmosfera, quindi, è un mix tra l’indaffarato di chi svolge ancora lo stesso lavoro da anni e il rilassato di chi è alla prese con un drink comodamente seduto sul divano di un lounge bar.

Greek Town

Proseguendo verso sud, seguendo una parallela della S Halsted St., sono arrivata in un’altra zona della città in cui la motivazione del nome si evince ormai esclusivamente dagli innumerevoli ristoranti tipicamente greci.

Come è accaduto per altre aree della città, col passare degli anni, l’originaria comunità che abitava la zona si è spostata altrove, trasformando Greek Town in un quartiere dalla popolazione mista e in un punto di riferimento per chi è alla ricerca di una cena a base di moussakà.

Chicago_Greek Town

Little Italy

[proseguendo ancora verso sud da Greek Town]

Le storie dei miei connazionali che si imbarcavano per mesi inseguendo un sogno dall’altra parte del mondo mi hanno sempre affascinato ed è per questo che mi piace fare un salto nelle varie Little Italy sparse per il nuovo continente, cercando di immaginare cosa abbiano trovato ad aspettarli, anche se spesso le tracce di quel passato sono sbiadite col tempo.

In realtà non c’è mai stata una sola Little Italy a Chicago e lo dimostra il fatto che tutt’oggi esistano due zone distinte, non molto lontano l’una dall’altra, che portano il nome di Little Italy, appunto, e Heart of Italy, alle quali si aggiungevano negli anni ’20 le enclavi di Little Sicily a nord; Roseland, Chicago Heights e Blue Island a sud.

 Chicago_Saint Ignatius College Little Italy

La zona tra Halsted Street e Taylor Street  a Little Italy fungeva da base per i nuovi arrivati, i quali si trasferivano in sobborghi considerati migliori dopo qualche anno, facendo spazio a coloro che sarebbero arrivati dopo. Il quartiere è carino, con ampi spazi verdi e grandi viali alberati, ma ciò che rimane oggi del passaggio degli avventurieri italiani e dell’impronta del passato è concentrato lungo Taylor Street fino a S Ashland Ave, dove si trovano ancora le tipiche casette a schiera e diversi ristoranti che servono pasta e pizza: con la costruzione dell’University of Illinois, infatti, molte dei vecchi immobili sono stati demoliti e rimpiazzati dal campus.

E ora è arrivato il momento di salire a bordo della “L”..

Francesca

Francesca

Amante del caffè in tutte le sue forme, l'importante è che sia rigorosamente senza zucchero. Expat seriale. Innamorata del mondo in ogni sua sfumatura e latitudine, ha perso il cuore in Africa, ma finisce col cercarlo sempre in altri posti. Ne parla poco, ma ha un debole per Londra e il Medioriente.

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7 thoughts on “Chicago: Near West Side & Pilsen

  1. Ho letto tutti i tuoi post su Chicago e da ognuno traspare l’amore che provi per questa città. Ma è davvero cosi pericolosa come dicono?

    1. Dipende dalla zona, però seguendo i percorsi turistici non si corre alcun pericolo, anzi puoi stare tranquillissima!

  2. Bellissimo questo post, mi è piaciuto davvero tanto. La mia esperienza di Usa è abbastanza limitata ma, mentre ero a New York, mi sono spinta anch’io nei quartieri meno turistici, e spesso non mi sono trovata d’accordo con le descrizioni sul web.
    Ad esempio, nel Bronx, dove ho alloggiato per un mese (con precisione a Gun Hill Road, nome per niente invitante!), mi sono trovata benissimo.
    Ci sono un sacco di pregiudizi in giro, per cui conoscere di persona i luoghi quando si è in viaggio lo trovo necessario, e spesso regala bellissime sorprese!
    Comunque, questo post è interessantissimo. Appunto tutto per quando visiterò Chicago (speriamo presto;P).

    1. Le sensazioni che un posto ci trasmettono sono del tutto personali e soggettive, molto spesso dipendono dal nostro stato d’animo in quel momento, quindi facciamo bene quando ci spingiamo oltre a quello che leggiamo, sempre con le dovute precauzioni.
      Nel tuo caso la realtà ha superato le aspettative ed è la cosa più bella!
      p.s. wow, un mese a NY!


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