La libertà di darsi delle regole

Ogni viaggio è un’esperienza a sé stante e non possiamo pretendere di seguire la stessa routine nell’approcciarci ad un tour della Thailandia, un safari in Kenya o ad una settimana a New York.

Il modo di viaggiare che preferisco in assoluto è noleggiare un’auto, perché – inutile dirlo – offre la massima libertà di movimento e la possibilità di cambiare i programmi strada facendo. Però, se mi trovo in una grande città sicuramente saranno i mezzi pubblici la mia prima scelta. Allo stesso tempo, non escludo assolutamente a priori il taxi o Uber nel caso, per esempio, debba uscire per andare a cena in un ristorante che richiede un certo dress-code ed abbia stranamente deciso di indossare i tacchi o che per costi e tempi sia l’alternativa migliore per raggiungere l’aeroporto.

Mi trovo, quindi, a condividere in pieno il pensiero di Elena quando scrive che nel suo modo di viaggiare in realtà non segue delle vere e proprie regole, ma semplicemente ci sono dei punti fermi nel suo vivere il viaggio e nella organizzazione dello stesso dai quali non riesce a prescindere.

Io, a differenza sua, non sono una persona che organizza ogni minimo dettaglio, non mi faccio prendere dall’ansia della prenotazione, ma non mi piace nemmeno partire impreparata sul Paese che mi sta per accogliere o del tutto allo sbaraglio lanciandomi nell’improvvisazione assoluta.

Come dicevo all’inizio, il mio modo di viaggiare cambia in base al tipo di viaggio, alla destinazione, a ciò che voglio tirar fuori da quell’avventura però, esattamente come Elena, ho i miei punti fermi.

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Il rispetto prima di tutto

Per le persone, gli usi e i costumi.

Cercando di superare tutto ciò che è pregiudizio o cliché, mi documento prima di partire su ciò che sarebbe meglio evitare, ma è una volta arrivata che presto moltissima attenzione al modo di relazionarsi delle persone, sia tra di loro che con noi ospiti.

Lascio sempre che sia la gente del posto a fare il primo passo verso un contatto più ravvicinato; adoro fotografare scene di vita quotidiana ma evito di fotografare indiscriminatamente adulti e, soprattutto, bambini come se ci trovassimo al mercato del bestiame, solamente per avere una bella foto da pubblicare con l’immancabile didascalia “poveri ma felici”; cedo sempre il passo, sia alle donne che agli uomini, perché sono io l’estranea anche se nella maggior parte delle volte la gentilezza viene ricambiata.

Osservo religiosamente i divieti e i semplici inviti a non fare qualcosa, anche quando possono sembrare banali e adotto sempre un abbigliamento discreto, in qualunque parte del mondo.

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Un salto al mercato

Credo che il mercato cittadino o rionale sia il luogo d’eccellenza per godere di scene di vita quotidiana e scoprire l’animo più verace di una città.

I mercati sono luoghi esageratamente fotogenici in cui si mischiano solitamente persone di tutti i tipi e spesso sono la continuazione di tradizioni antichissime, anche se bisogna fare un po’ di attenzione ed evitare quelli che ormai sono diventati una semplice accozzaglia di souvenir made in China destinati ai turisti poco accorti.

Per questo motivo cerco di ritagliarmi sempre qualche ora per andare al mercato, che sia a Dubai o a Vienna poco importa: di solito non compro nulla, però faccio sempre un sacco di foto.

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Prenota!

La scelta dell’alloggio è l’aspetto che probabilmente risucchia la maggior parte del tempo in fase di programmazione.

Quando è possibile evito le catene internazionali, specialmente nei Paesi in via di sviluppo: per favorire l’economia locale preferisco un hotel indipendente o una camera in un B&B, meglio se a gestione familiare. Potrebbe sembrare una goccia nell’oceano ma è con la somma delle piccole cose che si raggiungono risultati importanti.

A parità di posizione e di budget, la scelta finale scaturisce dal design, dalla tipicità e, se c’è, dalla storia.

Non sono assolutamente una che viaggia low-cost: ovviamente mi piace risparmiare laddove è possibile, mi scoccia spendere più di quanto valga effettivamente il servizio, rosico davanti ai mark-up sui servizi al turista esagerati rispetto al costo della vita del Paese.

So adattarmi, ma non credo di dover necessariamente dormire in una camerata da 5 euro a notte per sentirmi una vera viaggiatrice.

Ammetto che mi piacciono le cose belle; mi piace concedermi dei piccoli lussi, ma ci rinuncio tranquillamente se l’alternativa più modesta è migliore per il contesto; e allo stesso modo sono più felice di spendere di più per un hotel esclusivo ma eco-friendly che risparmiare per un ostello che magari non fa nemmeno la raccolta differenziata.

In linea generale però la centralità, il bagno in camera, l’intimità e la possibilità di un buon riposo avranno sempre la meglio su un prezzo più vantaggioso.

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Vengo anch’io, no tu no!

Dai 20 ai 30 anni ho sempre viaggio con la mia migliore amica, con un gruppo di amiche, con gli amici – che poi erano anche colleghi – e di tutti quei viaggi, che rispecchiavano in pieno l’esuberanza di quell’età, conservo dei ricordi davvero speciali. Ricordo benissimo però anche i litigi tra donne, il mio approccio protettivo nei confronti dell’amica più inesperta che mi spingeva ad accollarmi la responsibilità di qualunque cosa, le serate a tirar tardi e le mattine cariche di sonno.

Ponza

Ciò che mi rimaneva di quelle esperienze erano le memorie di una bella vacanza, assieme alla sensazione che però mi mancava qualcosa, che volevo altro dalle mie ferie.

Poi ho incontrato lui, mio marito, con il quale condivido l’amore per la stessa tipologia di viaggio, la stessa voglia di scoprire il mondo: l’incastro perfetto, ritmi sincronizzati, insieme siamo il giusto compromesso tra chi tende a voler strafare (lui) e chi vorrebbe viaggiare molto – forse troppo – slow e depenna il superfluo.

gili T

Tuttora a me piace organizzare e coinvolgere, far incontrare persone e condividere, ma quando si tratta di viaggi, specie di quelli impegnativi, quelli per i quali hai aspettato magari un anno intero, divento estremamente protettiva nei confronti del mio progetto.

Le amicizie preferisco lasciarle a casa, partire con la certezza che chi verrà con me vuole esattamente le stesse cose e lasciare la porta aperto per quelle conoscenze tanto belle quanto fugaci che spesso il viaggio porta con se. Fugaci sì, perché mi sono resa conto di diventare insofferente anche ai quei rapporti che nascono durante il viaggio e rischiano di stringersi un po’ troppo, minando anche vagamente la mia libertà nella gestione del tempo.

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Perchè, perchè, perchè?

La mia regola regina rimane quella di pormi delle domande, prima, durante e dopo il viaggio. Quelle domande che vanno oltre alla comune curiosità e che hanno a che fare con i giusti comportamenti da assumere, con il significato di determinati gesti, l’impatto che possono avere certe escursioni, se gli animali vengono rispettati nel coinvolgerli in alcune attività.

Più in generale, cosa sia giusto o sbagliato quando si viaggia.

Quelle stesse domande per le quali, alla fine, nella maggior parte dei casi, non riesco a trovare la risposta giusta.

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Ringrazio di cuore Elena per avermi coinvolta in questa bella iniziativa. L’idea #mytravelrules è di Daniela de The Daz Box e chiunque ovviamente può partecipare con un proprio post.

Francesca

Francesca

Amante del caffè in tutte le sue forme, l'importante è che sia rigorosamente senza zucchero. Expat seriale. Innamorata del mondo in ogni sua sfumatura e latitudine, ha perso il cuore in Africa, ma finisce col cercarlo sempre in altri posti. Ne parla poco, ma ha un debole per Londra e il Medioriente.

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8 thoughts on “La libertà di darsi delle regole

  1. Vedo con grande piacere che abbiamo le stesse esigenze e le stesse “regole”, se possiamo chiamarle così 🙂 Mi tocca molto il tema dei compagni di viaggio, perché è davvero difficile trovarsi in sintonia con le persone… e quando si viaggia, i nodi vengono al pettine. Dalla scelta della meta (fondamentale) ai ritmi individuali fino alla selezione dei ristoranti, dalle abitudini al modo di comportarsi, le differenze che a casa possono far sorridere, in giro diventano pesanti. Spesso si scende a compromessi e si rinuncia a qualcosa a cui invece si tiene. D’altro canto, la solitudine può creare ansia. E’ un eterno dilemma, per me!

    1. Come scrivevo, io sono diventata abbastanza intollerante ai compromessi in viaggio: ormai sono troppo consapevole di ciò che voglio quando viaggio e la pazienza mi abbandona velocemente, cosa che non mi succede a casa! Però d’altro canto, un bel road trip con amici mi piacerebbe tantissimo.. mah, forse con quelli giusti, quelli che hanno uno stile di viaggio simile al nostro, si potrebbe riprovare!

  2. Iniziativa carina, mi piacerebbe partecipare!

    Hai delle regole totalmente condivisibili. Soprattutto sono d’accordo sul fatto che ogni viaggio è diverso e va vissuto con un approccio diverso.

    Mi piace anche come scegli gli alloggi “soprattutto se hanno una storia”. In quel caso come fai a scoprirlo prima di partire? Ti basi solo sulla loro descrizione sul sito? Riformulo la domanda… come trovi gli alloggi “interessanti”?

    1. Ciao Annalisa, anche nel caso “della storia” di una struttura dipende molto dal posto: per esempio, quando stavo programmando un weekend nei Cotswolds sapevo di poter trovare delle sistemazioni interessanti, tipo vecchie case di campagna della nobiltà trasformate in B&B e alla fine ho trovato quella in cui è cresciuta la mamma della regina Elisabetta! Di solito nella descrizione di booking (o altro portale) viene evidenziato già qualcosa, poi faccio ulteriori ricerche.. spesso saltano fuori articoli di riviste specializzate, leggo recensioni ma a volte è solo una questione di fortuna.
      Fammi sapere se decidi di partecipare: mi farebbe piacere leggere il tuo post!

  3. Molto bene cara, i miei capelli stamattina sono ancora più ricci del solito… sarà stato un segnale che il primo pensiero, dopo le abitudini di rito per trascinarmi fuori dal letto fino all’ufficio, sarebbe dovuto essere dedicato a te?!?!?

    A questo proposito, ti segnalo che non abbiamo parlato dei capelli, dei nostri capelli, che in viaggio sono davvero una grande comodità. Mi sveglio e sono pronta, me li lavo e come vengono vengono… vuoi mettere quanto tempo risparmiato per vedere cose belle invece che per phonarli per dar loro una forma? Mi sono arresa a loro tanti anni fa e, questa mia “non resistenza” mi ha premiata! Questo è un altro punto fermo! 😉

    Quanto scrivi mi piace tantissimo: rispetto sopra ogni cosa… io rispetto il prossimo, le regole che trovo e l’ambiente e mi auguro che lo stesso venga fatto con me. Sono molto socratica in fatto di leggi: se c’è una norma, va rispettata, anche quando si pensa che non sia quella più corretta… Questo vale, a maggior ragione, quando siamo lontani da casa e il “cavarsela” non è proprio così scontato. Mi sento a disagio quando vedo comportamenti non in linea con questo principio e girando se ne vedono tanti.

    Sull’alloggio e sul compagno di viaggio ho già scritto, e sono perfettamente in linea su tutto. Mi piacerebbe prima o poi fare un viaggio “epico” in compagnia di qualcun’altro, oltre che di mio marito… sogno esperienze di condivisione alla Marrakech Express o con i contenuti e i ritmi di “Gioia infinita” dei Negrita… magari prima o poi succederà ma intanto mi godo i frutti della perfetta sintonia che ho costruito con Fede.
    Siamo proprio fortunate.

    Ti abbraccio tantissimo da qui in attesa di farlo dal vivo! Penso potremmo stare a parlare per ore senza soste…

    Elena

    1. Commenti così di mattina fanno proprio bene al cuore! Hai ragione Ele, siamo/sono molto fortunata e non solo per la sintonia nel viaggiare insieme.

      Ah, i capelli! Da ragazzina piu si arricciavano e piu li odiavo. Mi ostinavo a farmi la frangetta e non ti dico dopo un paio d’ore cosa avevo in fronte! Ora, anche se ogni tanto (tipo un paio di volta all’anno quando vado dal parrucchiere) me li faccio asciugare lisci, dopo due giorni iniziano a mancarmi. In viaggio ho bisogno solo di un buon balsamo, un pettine a denti larghi e un po’ d’olio.. fatto!

      Io in fatto di regole sono un po’ paranoica e vivere in Svizzera sta peggiorando la situazione (tipo che non esiste che non attraversi sulle strisce!) però l’osservanza mi fa stare serena, il mancato rispetto mi mette un’ansia addosso anche solo per la figura di merda di essere beccata che metà basta.

      Qualche tempo fa mi era venuto in mente di fare un viaggio coast to coast negli USA in 4.. iniziai a chiederlo in giro ma nessuno mi prese sul serio.. boh, sarà che la maggior parte dei miei amici che viaggiano, fanno viaggi solitamente più rilassanti, o non ci si trova con il periodo, o ci sono problemi di budget.. e alla fine ho accantonato definitivamente l’idea di partire insieme ad altri fino al punto di diventare un po’ sociopatica.. (ma solo in viaggio, eh!)

      Buona giornata Ele! Ti abbraccio anch’io, sempre in attesa di farlo dal vivo 😉


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