Duemilaquindici: un altro anno di caffè senza zucchero

Dicembre è iniziato con la voglia che il Natale passasse in un batter d’occhio.

Mentre luci, stelline, messaggi d’amore e mercatini di Natale impazzavano fuori e dentro il web, io avevo solo voglia di far finta di niente e volare dall’altra parte del mondo, entrare in un qualsiasi resort in Messico e tornare a casa in un ordinario sabato di inizio anno.

A volte l’amore soffoca e minaccia la libertà di scelta.

A volte la pretesa della tua presenza mina definitivamente la voglia di esserci.

Spesso le parole non dette logorano e scoppiano nella testa in mille significati diversi.

Spesso basta incontrarsi, allentare la corda, fare un passo indientro e impegnarsi a ristabilire la serenità.

Il Natale è passato. Senza scossoni, senza troppe emozioni, senza lasciare vibrazioni positive. In sordina, così come è iniziato.

Riavvolgendo il nastro degli ultimi 12 mesi, vedo un  duemilaquindici come una grande altalena.

Un anno intenso, vissuto spesso agli estemi delle emozioni, oscillando tra momenti di esaltazione per le piccole conquiste quotidiane che segnano una vita ripartita da zero e momenti in cui inquadrare gli stati d’animo è risultato faticoso, come è normale che sia in una vita ripartita da zero.

Sopito il malumore che mi ha accompagnato in questa fine d’anno, riguardo al duemilaquindici con un sorriso perché di momenti da ricordare me ne ha offerti parecchi. E di insegnamenti anche: il primo tra tutti, non dimenticare di affrontare le situazioni con leggerezza.

Gennaio & Febbraio

Quello che 12 mesi fa era il nuovo anno porta con sè aria di novità: la nuova casa prende definitivamente forma, amici e parenti vengono a farci visita una settimana sì e l’altra pure, mi cimento con la prima sciata, il blog ha una nuova versione.

https://www.instagram.com/p/zaKHtIMIlI/?taken-by=senza_zucchero

Nel frattempo vi svelo qualche trucco per visitare la mia nuova città limitando i danni al portafogli e vi parlo del territorio che mi ha vista crescere grazie ad un bellissimo progetto – #Italiantreasures – che ha lo scopo di promuovere le bellezze meno conosciute del Belpaese.

Marzo

Mentre vedo andare via la prima amicizia nata qui, arrivano altri incontri, stringo nuovi legami, si consolidano nuove abitudini ma soprattutto faccio scoperte sorprendenti.

Le mie giornate si riempiono con lezioni di francese, caffè e aperitivi a bordo lago. Continuo a scrivere di Australia, provo a scoprire nuovi angoli della Svizzera, vi svelo quali sono gli aggeggi tecnologici ai quali non riesco più a rinunciare in viaggio e vi apro le porte di casa mia.

Aprile

Vado a Londra per un weekend, spinta dal nobilissimo sentimento dell’invidia, scatenata dal vedere le foto di una collega a casa di M. dopo il trasferimento di quest’ultimo.

Mangio pancetta e muffin a colazione, passeggio tra i graffiti dell’East End, seguo i percorsi più battuti come una turista qualunque e ammiro la città dall’alto dello Sky Garden, notando a malincuore come i grattacieli stiano sconvolgendo troppo velocemente il suo caratteristico profilo.

Maggio

Dopo un paio di settimane attraverso l’oceano per raggiungere Chicago dove, tra un’avventura in solitaria nei quartieri oltre il Loop, una corsa a bordo della L e una festa al 95° piano del John Hancock Center, lascio un pezzo di cuore, spodestando New York dal primo posto della mia limitata classifica di gradimento delle città a stelle e strisce.

Trascorro il resto del mese a passeggiare nei boschi della Svizzera e a fare liste dei buoni motivi per cui essere felice ogni giorno.

Giugno

Questo mese segna un momento di svolta: lascio definitivamente il mio lavoro in Italia dopo 9 mesi di aspettativa. Era una scelta scontata, il naturale evolversi degli eventi, ma ciò nonostante per un attimo la mia mano trema: poi un sospiro profondo, la consapevolezza che tornare indietro avrebbe significato stagnare nello stesso pantano e la convinzione che tutto sommato quelli sono solo fogli da firmare.

Arrivo a Firenze per un weekend tra arte, storia, divertimento.

Mentre fingo una posa spontanea sul Ponte Vecchio mi convinco definitivamente del fatto che Firenze è troppo bella e i fiorentini sono delle persone fortunate. Un weekend reso ancora più speciale dalla mia migliore amica, la quale mi raggiunge nel capoluogo toscano – oltre per scattarmi qualche foto pseudo spontanea tra un suo selfie e un altro – per consegnarmi il regalo di compleanno.

Luglio

L’estate arriva definitivamente anche a Ginevra e porta con sé un’ondata di caldo che nemmeno nella Death Valley.

Cerco un po’ di refrigerio tuffandomi nelle acque del Lemano durante il Montreux Jazz Festival, ma il sollievo è solo momentaneo e decido quindi di tornare qualche giorno in madre patria, dove quantomeno l’invenzione dell’aria condizionata è arrivata nelle case dei più.

Qui impiego il mio tempo in attività di tutto rispetto: vado al mare alle 8 di  mattina, faccio BBQ in spiaggia con gli  amici e vi racconto di quando la sfiga è la protagonista principale del viaggio.

A fine mese rientro in Svizzera solamente per tornare quindicenne sulle note di Angels e rischiare il divorzio ad ogni “Robbie, porta me sul palco!” urlato sgomitando con altre diversamente adolescenti in preda ad una crisi ormonale.

Agosto

Sconvolta dai 42 gradi che continuano ad esserci nel salotto di casa mia in Svizzera, prendo un aereo diretto in Islanda.

Nella terra degli elfi il termometro non andrà oltre i 12 gradi, la tuta da neve diventerà la mia seconda pelle e mi chiederò spesso perché non abbia prenotato invece una vacanza altrove, magari in uno di quei paradisi tropicali dove ci si veste solo di bikini e la mente si svuota alla vista di acque turchesi e sabbia bianca (leggi sempre resort Messico = caldo, sole sulla pelle e relax totale).

Sopravvissuta al freddo, estasiata da un’aurora boreale e ormai-non-so-più-quante cascate realizzo in seguito che l’Islanda mi ha fatto innamorare e da quel momento in poi non passerà giorno in cui non pensi di voler tornare.

Settembre & Ottobre

Settembre inizia con un nuovo lavoro, due notizie – come da tradizione, una bella e una brutta – e da il via ad una serie di weekend in giro per l’Europa che avrà termine ad Ottobre inoltrato: vedo marmotte limonare all’ombra del Cervino, mangio paella come se non ci fosse un domani a Barcellona e scopro una vivace Monaco di Baviera tutta birra, pretzel e colori autunnali.

Novembre

..siamo già a dicembre?

Dicembre

Provo ad immergermi nell’atmosfera natalizia girovagando tra le bancarelle del mercatino di Montreux, ma ciò che riesco veramente a sentire addosso è solo la bruma che avvolge Ginevra da diversi giorni ed ispira anche i miei post.

Continuo sempre a sognare la riviera Maya, ma non mi rimane altro che tornare a casa e godermi la primavera dicembrina, i panorami e il panettone.

Fare una giro a Napoli e mangiare pizza, sfogliatelle e cassatine.

3.. 2.. 1.. i tappi saltano e lo spumante viene versato: il duemilaquindici è finito.

Gli abbracci degli amici. Quelli di sempre.

I buoni propositi esplodono nella mente come le bollicine dello spumante.

Se non dichiarati prima della mezzanotte del 31 dicembre probabilmente non valgono, ma non è un problema: tanto sono bravissima a disattenderli.

Post in collaborazione con ClubMed.

Francesca

Francesca

Amante del caffè in tutte le sue forme, l'importante è che sia rigorosamente senza zucchero. Expat seriale. Innamorata del mondo in ogni sua sfumatura e latitudine, ha perso il cuore in Africa, ma finisce col cercarlo sempre in altri posti. Ne parla poco, ma ha un debole per Londra e il Medioriente.

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6 thoughts on “Duemilaquindici: un altro anno di caffè senza zucchero

  1. Condivido molto quell “a volte la pretesa della tua presenza …”. Anch io non ho sentito il natale quest’anno, proprio zero. (Complice anche il fatto che c erano 12 gradi e di neve manco l ombra, ma questa è un’altra storia). Ti auguro quindi un 2016 più sereno sotto questo punto di vista e in quanto ai viaggi invece… 100 di questo 2015!!

    1. Mi sono chiesta in quei giorni come gestisci tu questo tipo di situazioni e se è sempre tutto cosi complicato per gli expat.. Ma al limite ci ripensiamo tra 11 mesi quando di sicuro si ricreerà la stessa situazione: per ora concentriamoci sui viaggi, passati e futuri, che ci fanno sentire sempre bene!

  2. Un pò amaro questo post, mi dispiace molto. Vedo che il 2015 è stato un anno un pò turbolento per tutti.
    Le parole che hai scritto sul richiedere la tua presenza immagino si riferiscano a parentela varia che ha bloccato i tuoi piani per Natale con la scusa che abiti all’estero. Il mio Natale quest’anno non è stato brillantissimo, più che altro perchè anche nel mio caso si dà per scontato che ci sarò e poi invece sono gli altri a darsi alla fuga e a lasciarmi l’amaro in bocca, con la scusa che sono cresciuti e hanno di meglio da fare (anche a Natale).

    Detto questo, vedo che comunque è stato un anno pieno di viaggi e di scoperte, tutto sommato non è andata così male, no? 🙂 Ti auguro un 2016 bellissimo!

    1. Proprio così, Anna. Ho letto il tuo post di fine anno e ho visto che il tuo umore, come quello di molti che lo hanno commentato, non era tra i più rosei. Mi sono sentita in buona compagnia ma se avessi espresso il mio pensiero in quel momento sarebbe uscito solo veleno. Per quanto riguarda il resto, specie se penso ai viaggi, è stato comunque un anno super! Ti auguro il meglio, bella!


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