Storie di sogni e di piccoli guerrieri

Da ragazzina ho sognato di diventare tante cose.

C’è stato il periodo in cui volevo fare la ballerina classica, sogno che si infranse quando chiusero la mia scuola di danza, l’unica del circondario, ed appesi per sempre le scarpette al muro.

In seguito decisi di fare la veterinaria, ma cambiai immediatamente idea quando realizzai che il tutto non si sarebbe limitato a coccole a profusione e al massimo qualche iniezione.

Dopo un po’ capii che avrei voluto fare la giornalista in zone di guerra e con i soldi ricevuti in regalo per la Cresima comprai una bellissima macchina da scrivere. Avrei raccontato cosa succede negli angoli più remoti del mondo ed inviato al mio capo-redattore, che viveva in uno stato di costante ansia per me, dispacci scritti a bordo di una jeep, nei quali svelavo verità scomode, messe a tacere dai potenti della Terra. Ogni volta sarebbe scaturita una discussione sulla pericolosità di pubblicare certe cose, ma alla minaccia di andarmene a lavorare per qualcun altro, lui avrebbe ceduto ogni volta, pregandomi di restare.

COOPI Iraq

COOPI IRAQ

Ma la vita spesso cerca di portarti altrove e i sogni, anche quelli più grandi, a volte perdono di colore e rischiano di andar dritti nel dimenticatoio.

Per diversi motivi, alla fine, scelsi di studiare economia.

Col tempo mi convinsi di aver fatto la scelta giusta: l’idea di trasferirmi a Londra si faceva sempre più impellente e consistente e probabilmente arrivarci con una laurea in economia in tasca mi avrebbe facilitato la vita, più di qualsiasi altro titolo in giornalismo. In quell’occasione i fatti mi diedero ragione: dopo due settimane dalla tesi ero nella capitale inglese e, poco dopo, mi ritrovai seduta alla scrivania di una start-up di import-export.

Però, nonostante nel frattempo mi fossi lasciata affascinare dai mercati finanziari e dai grandi numeri, lo spirito di chi desiderava raccontare storie di paesi lontani e martoriati da conflitti si riscattò attraverso una tesi in macroeconomia che parlava di Iraq e della seconda guerra del Golfo.

Sono passati diversi anni da quella tesi, ho cambiato diversi lavori e non abito nemmeno più a Londra.

La passione per il giornalismo di guerra però è rimasta, l’interesse per la cooperazione internazionale lo stesso, il dubbio che forse non avrei mai avuto il coraggio necessario per vivere in prima persona determinate realtà si è insinuato con il tempo.

Quel coraggio che alimenta giornalisticooperanti, fotografi, ricercatori, accomunati da grandi storie di viaggio e di scoperta, come quella di Carmen Maddaloni e di Francesca Torchi, le quali, quel Paese che ho raccontato nella mia tesi, lo vivono tutti i giorni, sulla loro pelle.

COOPI Iraq

Carmen, Head of Mission COOPI in Iraq, da quasi 10 anni lavora nel settore umanitario, seguendo l’implementazione dei progetti. Ha avuto esperienze in Medioriente, soprattutto in Palestina e Libano, ed attualmente ricopre la carica di capomissione per COOPI in Iraq. Francesca, invece, Capo progetto COOPI in Iraq, dopo una esperienza di lungo periodo presso la missione di COOPI in Repubblica Democratica del Congo, è ora attiva presso la missione di COOPI in Iraq, dove si occupa di coordinare un progetto di Educazione in Emergenza.

Carmen e Francesca operano principalmente nella zona tra il Kurdistan iracheno e la regione di Mosul, area caduta sotto il controllo dell’ISIS nel 2014 e che, nonostante la liberazione nel 2017 da parte dell’esercito iracheno e delle forze internazionali, vive una situazione ancora drammatica sia per chi torna a casa, che per chi, nonostante l’insicurezza, non ha mai lasciato la propria terra.

In questa area del Paese, l’accesso all’educazione per molti bambini è estremamente ridotto: solo il 30% dei 730.000 bambini tra i 6 e i 17 anni che attualmente vivono fuori dai campi profughi ha accesso ad attività educative, con forti rischi per i maschi di emarginazione sociale, arruolamento nei gruppi armati e coinvolgimento nelle reti di criminalità organizzata, e per le bambine di cadere vittima di violenze di vario genere.

In prospettiva, ciò significa che un’intera generazione non sarà istruita e le prospettive di vita futura saranno ridotte.

Il progetto a cui stanno lavorando Carmen e Francesca, attraverso COOPI – una ONG e ONLUS con lo scopo di garantire a minori rifugiati e sfollati l’accesso all’istruzione anche in contesti di conflitti e violenze – prevede, tra le altre, le seguenti attività:

1. allestimento di 4 scuole temporanee nei villaggi coinvolti con l’utilizzo di 32 container.

2. dotazione per ogni scuola di una cisterna della capacità di 5.000 litri e un impianto di purificazione dell’acqua in grado di produrre 160 litri di acqua potabile al giorno e ridurre così il rischi di malattia.

3. formare e sostenere il personale scolastico per assicurare l’attivazione di 2 turni scolastici per un totale di 1.200 bambini.

COOPI IRAQ

COOPI Iraq

Oggi ho voluto unirmi al coro dei tanti altri che in questi giorni hanno deciso di raccontare questa storia, la storia di due guerriere, Carmen e Francesca, perché, attraverso il loro operato, COOPI continui a sostenere altri piccoli guerrieri, ovvero tutti quei bambini che ogni giorno in paesi come l’Iraq, sfidano minacce e pericoli per compiere quello che in altre parti del mondo è normale e scontato.

Come andare a scuola ed avere un’educazione, per esempio.

Immaginare di diventare una ballerina classica.

Scegliere di non fare il veterinario.

Comprare una macchina da scrivere.

Continuare a sognare di fare il giornalista anche dopo una laurea in economia.

***

Per portare a termine  diversi progetti come questo, in questi giorni COOPI ho lanciato la campagna Aiuta un guerriero, alla quale è possibile contribuire fino al 28 gennaio con sms e chiamate al numero solidale 45541.

Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da tutti i cellulari personali Wind Tre, TIM, Vodafone, PosteMobile, CoopVoce e Tiscali. Sarà di 5 euro per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa Vodafone, TWT, Convergenze e PosteMobile e di 5 o 10 euro per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa TIM, Wind Tre, Fastweb e Tiscali.

Con i fondi raccolti COOPI garantirà quindi accesso all’istruzione a 3.000 bambini che in Niger vivono in accampamenti temporanei e a 1.200 minori in quattro villaggi vicino a Mosul in Iraq.

Post in collaborazione gratuita con COOPI, che ringrazio per il materiale fotografico e il supporto redazionale fornitomi. 

Francesca

Francesca

Amante del caffè in tutte le sue forme, l'importante è che sia rigorosamente senza zucchero. Expat seriale. Innamorata del mondo in ogni sua sfumatura e latitudine, ha perso il cuore in Africa, ma finisce col cercarlo sempre in altri posti. Ne parla poco, ma ha un debole per Londra e il Medioriente.

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4 thoughts on “Storie di sogni e di piccoli guerrieri

  1. Ero certo che ci fosse qualcosa che unisse le nostre anime, un legame invisibile che non fosse solo la passione per i viaggi. Anch’io avrei voluto raccontare (con le immagini, però) quello che succedeva nel mondo, soprattutto in quei paesi dove la guerra cancella ogni possibilità di ospitare viaggiatori. Poi c’e stata un deviazione…
    Provo sempre un profondo rammarico quando vedo la devastazione che crea la guerra ed è straziante sapere che sono i bambini a pagarne le conseguenza maggiori.

    1. Ne ero certa anch’io, sai. Sarà per questo che viviamo alcuni viaggi in particolare con un trasporto che non è quello del semplice viaggiatore e, allo tempo, sono i viaggi che ci fanno male ma che sono proprio quelli che rifaremmo milioni di volte.
      Fortunatamente le deviazioni prese, alla fine, ci hanno portato altre cose belle, altre soddisfazioni – credo proprio che lo stesso valga per te- ma a volte fa bene fermarsi un attimo a spolverare i vecchi sogni nel cassetto: aiuta a non perdersi di vista, a rimettersi a fuoco.
      Un abbraccio forte x

    1. Grazie Elena, mi fa piacere. Questo iniziativa mi è piaciuta molto quindi per me è stato un onore prendervi parte 🙂


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