In Pictures: cartoline da Sur

Avete presente quando scocca la scintilla appena arrivati in un posto, nonostante si abbia avuto modo di vedere ben poco, ma immediatamente ci si sente a proprio agio, benvoluti ed avvolti da una bellezza speciale, che lo è – a volte – solo ai vostri occhi?

E’ quanto di più simile al colpo di fulmine, o probabilmente lo è davvero, e quello che ne consegue è una sensazione di profonda nostalgia, la convinzione di avere un debito di tempo nei confronti di quella città, o di qualunque altro angolo di mondo si tratti.

A me è successo con Sur, una cittadina affacciata sul Golfo dell’Oman, poco più grande di un villaggio di pescatori, che del passato da importante porto commerciale conserva solamente la tradizionale maestria nella costruzione dei dhow.

Fino ad un paio di secoli fa, Sur era, infatti, una dei porti più fiorenti della regione, fulcro dei scambi commerciali con l’Africa orientale e l’India: una serie di avvenimenti – tra cui l’arrivo delle navi a vapore europee, l’apertura del canale di Suez e l’abolizione della schiavitù – ridimensionarono drasticamente l’importante ruolo economico rivestito da Sur per l’intero Paese.

Oggi Sur si presenta come un placido borgo marinaro, raccolto in un lembo di terra abbracciato dalla laguna, quasi a farne una piccola isola, dove il bianco delle case e l’azzurro del mare sono i colori predominanti, lo sciabordio delle onde e il garrito dei gabbiani i suoni che ne rompono il silenzio.

Da una parte della baia, il faro di Al Ayjah, che proteggeva le barche cariche di merci dai pericoli del mare, e poi le tre torri di guardia, che proteggevano le stesse dai pericoli dell’uomo e porgevano loro il benvenuto in porto.

Dall’altra, lo stesso, caloroso, benvenuto che traspare dal sorriso di un ragazzo indiano all’ombra della terrazza del Bab Al Khair, che da 4 giorni gestisce questo ristorantino dalla vista privilegiata.

La richiesta di un caffè e qualcosa da mangiare ci fa finire fin dentro le cucine del locale: dahl, pollo tandoori e tikka masala sono già pronti per essere serviti, ma un po’ troppo saporiti per iniziare la nostra giornata. Una caraffa di caffè solubile, una frittata col peperoncino e il chapati più buono mai mangiato finora sono il giusto compromesso tra la nostra idea di colazione e il sorriso di quel ragazzo indiano che non voleva assolutamente lasciarci andare.

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Nei dintorni di Sur

Anche se lasciare Sur è stato più difficile del previsto, le diverse escursioni che si possono fare nella regione di Al Sharqiah, rispetto alle quali rappresenta un’ottima base di partenza, hanno lenito quel senso di malinconia che ho provato nel lasciarmela alle spalle.

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Ras al Jinz

A 50 chilometri ad est di Sur si trova la spiaggia di Ras Al Jinz, il tratto di costa con la più elevata nidificazione di tartarughe di tutto l’Oceano Indiano.

L’area è protetta e gestita dal Ras Al Jinz Turtle Reserve, il quale organizza un paio visite serali guidate che permettono di osservare l’arrivo delle tartarughe e il processo di nidificazione.

Noi non siamo riusciti ad incastrare la visita di sera, ma ci è stato permesso comunque di accedere alla spiaggia per una passeggiata da soli, con l’avvertimento che, a quell’ora, non avremmo visto le tartarughe.

Però, mentre camminavamo verso il mare, sul ciglio dello sterrato abbiamo notato due tartarughine esanimi, che, probabilmente, si erano avventurate nella direzione opposta a quella in cui sarebbero dovute andare.

Una era morta, l’altra, invece, ha spalancato gli occhi non appena le abbiamo versato dell’acqua addosso. Stracarichi di gioia per quello che è stato più un colpo di fortuna che un salvataggio, l’abbiamo consegnata nelle mani di un operatore del centro: quel giorno non abbiamo visto nessun altro carapace, ma quest’avvenimento è valso di più di qualunque visita guidata.

Ras Al Jinz Turtle Reserve

Allo scopo di limitare l’invadenza subita dalla tartarughe, le visite guidate prevedono un numero limitato di partecipanti: per questo motivo, è meglio prenotarla in anticipo seguendo le istruzioni indicate sul sito del centro.

Nonostante l’evidente sforzo sia del centro stesso che del Governo di preservare l’ambiente e, di conseguenza, questa meravigliose creature, non ho potuto fare a meno di notare alcuni rifiuti sulla spiaggia all’interno della riserva di Ras al Jinz, come buste, lattine e bottiglie di plastica. L’Oman, probabilmente, deve lavorare ancora sugli standard di tutela e protezione inasprendo i controlli, ma, allo stesso tempo, molti turisti devono ancora capire che partecipare a visite simili non è solo un pretesto per fare una bella foto ad un animale raro, ma un modo per garantirne la sopravvivenza, atto che parte innanzitutto dal rispetto del territorio in cui vive.

Wadi

Sur è un’ottima base di partenza per un’escursione ai vicini wadi disseminati in zona, concentrati per la maggior parte lungo l’autostrada Sur-Muscat.

Tutte le informazioni e i link di approfondimento sui principali wadi sono contenute in questo post, in particolar modo sul Wadi Shab, in merito al quale vi racconto la mia esperienza e vi do tutti quei consigli pratici che avrei voluto ricevere prima di andarci.

La bellezza dell’Oman risiede anche nel riuscire ad alimentare il senso di avventura di qualsiasi tipo di viaggiatore, ma nel programmare il viaggio non dimentichiamoci di tutelare noi stessi con una polizza assicurativa, acquistabile anche on line come, per esempio, quelle offerte da Viaggisicuri.com.

Khawr Grama

Khawr Grama è un’immensa laguna che si trova nei pressi del villaggio di Ras Al-Hadd, circondata da casupole di pescatori, immersa in un paesaggio lunare.

Una sosta decisa sul momento, alla vista del cartello che indicava la presenza di un sito da vedere: ancora una volta, abbiamo avuto la conferma che delle indicazioni omanite ci si può fidare.

E ancora una volta, ci ritroviamo praticamente soli, se non fosse per un gruppetto di gabbiani disinteressati e qualche occhio curioso ma discreto che ci osserva da lontano, davanti all’ennesimo spettacolo omanita.

Khawr Grama
khawr grama

Post in collaborazione con Viaggi Sicuri.

Francesca

Francesca

Amante del caffè in tutte le sue forme, l'importante è che sia rigorosamente senza zucchero. Expat seriale. Innamorata del mondo in ogni sua sfumatura e latitudine, ha perso il cuore in Africa, ma finisce col cercarlo sempre in altri posti. Ne parla poco, ma ha un debole per Londra e il Medioriente.

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6 thoughts on “In Pictures: cartoline da Sur

  1. Adoro le tue foto Francesca.
    Sono davvero ben fatte, complimenti.
    Nello stesso modo ammiro il tuo modo di raccontare, mi piace proprio. 🙂
    Quella tartaruga, che tenerezza.
    Di recente mi è morta una tartarughina e quindi la cosa mi colpisce ancora di più!

    un bacione <3

    1. Grazie mille per i complimenti, mi fanno davvero piacere, specie se arrivano da chi ha un occhio fotografico e una penna che mi piacciono moltissimo.
      p.s. Mi dispiace per la tartarughina: è sempre un brutto colpo quando perdiamo un animale.

  2. Ommiodio quella tartarughina!!!??? Che esperienza Francesca… bellissima!
    Foto splendide, come è nel tuo stile.. Quella della barca, la seconda, è tra le mie preferite… Cos’ è? Un caicco?

    1. Quando siamo andati via dal centro, ci sentivamo soddisfatti come degli eroi.. lei era troppo tenera 🙂
      La barca è un dhow (o sambuco, in italiano) ed è tipica dei paesi arabi.. sono ancora in uso e vederle in mare fa tornare indietro nel tempo.


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