Alcune cose che viaggiare mi ha insegnato

C’è un aforisma che leggo spesso sui social che recita:

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“Non dirmi quanti anni hai, o quanto sei educato e colto, dimmi dove hai viaggiato e che cosa sai”.

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Del fatto che viaggiare verso i 4 angoli del globo sia la miglior scuola di vita e contribuisca a renderci persone migliori ne sono fermamente convinta.

Ovviamente quest’ultima affermazione non è una verità assoluta e, ahimè, non vale per tutti: di persone che vantano un curriculum da viaggiatore di tutto rispetto che predicano benissimo ma poi razzolano male, purtroppo, ne è pieno il mondo, ma non sono qui per scoperchiare vecchi vasi di Pandora.

Confrontarsi con altre culture, affrontare situazioni nuove, ma anche sperimentare semplicemente cucine diverse, ci fa dapprima regredire, ci fa tornare in un certo senso bambini, pronti ad assorbire come spugne tutti gli input che ci arrivano dall’esterno, per poi riprendere a crescere velocemente.

Viaggiare può avere diversi influssi benèfici: accresce la stima in noi stessi e allo stesso tempo ci mette davanti ai nostri limiti; ci arricchisce culturalmente; ci rende più forti e contemporaneamente più sensibili; smussa gli angoli delle nostre convinzioni fino a plasmare alcuni aspetti della nostra personalità.

Sperimentare in giro per il mondo probabilmente è il modo più veloce ed entusiasmante per prendere confidenza con la vita: queste sono alcune cose che viaggiare mi ha insegnato.

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Credere nella bontà delle persone.

Siamo tempestati continuamente e quotidianamente da brutte notizie ed i media non aiutano di certo a contenere il dilagare di sentimenti ostili nei confronti di chi per cultura, religione o posizione geografica appare molto diverso da noi.

La realtà cosmopolita di città come Londra prima e Ginevra ora, ma soprattutto viaggiare in determinati Paesi e avere la possibilità di vedere con i miei occhi la realtà quotidiana, vestendo io i panni dell’ospite, mi ha fatto capire che i sentimenti ci accomunano tutti e chi tanto diverso da noi appare non è altro che un marito, una madre o un figlio che gioisce e soffre per le nostre stesse cose.

Kenya

Fidarmi di meno.

Se è vero che fondamentalmente la maggior parte delle persone che incontriamo viaggiando sono buone ed oneste, è altrettanto vero che il turista è spesso il bersaglio facile di truffe, specialmente in zone dove questi è la principale fonte di sostentamento.

Informarsi del rischio reale di cadere vittima di un raggiro in un determinato luogo – nella maggioranza dei casi, il copione è sempre lo stesso – non sempre aiuta a risparmiarci qualche brutto episodio lungo la strada, ma è col tempo e con l’esperienza che affiniamo l’istinto, riusciamo ad inquadrare più velocemente le persone, siamo più preparati a gestire determinate circostanze.

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Avere maggior fiducia in me stessa.

Viaggiare ci espone a situazioni diverse da quelle alle quali siamo abituati nella vita di tutti i giorni e moltiplica le occasioni in cui dobbiamo prendere delle decisioni.

Looking for balance in Divonne Les BainsTrovarsi in un luogo non familiare, confrontarsi con persone di vario genere e fare delle esperienze nuove ci aiuta a scoprire dei lati di noi stessi che non conoscevamo.

Le barriere mentali e le costrizioni personali cadono più velocemente e spesso ci ritroviamo a fare delle cose che, stando a casa, avremmo escluso a priori.

Mi riferisco a quei piccoli traguardi che spesso limitano il nostro raggio di azione: per una persona estremamente timida, potrebbe essere il chiedere delle informazioni in un altra lingua; per me, l’anti-sport per eccellenza, lanciarmi in attività che prevedono un certo impegno fisico.

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Avere pazienza.

Abituati a vivere in una società che ci chiede sempre tutto e subito, ci sentiamo presi in giro se non otteniamo quello che chiediamo, quello per cui paghiamo – nei tempi e nei modi che vogliamo – e siamo assillati dal rischio di fare la figura dei cretini se non reagiamo con prepotenza.

kenya 1Viaggiare può mettere a dura prova il nostro livello di sopportazione: può capitare di ritrovarsi ad aspettare un bus che non si sa quando passa, di non riuscire ad ottenere le informazioni di cui abbiamo bisogno, di mangiare in un ristorante con un pessimo servizio, di dormire in una camera completamente diversa da quella vista sul sito dell’hotel.

Ci ritroviamo a gestire una serie di piccoli inconvenienti e a metabolizzare delle piccole insoddisfazioni in una posizione di svantaggio: non siamo a casa nostra, non parliamo la lingua del posto, non sappiamo fino a che punto possiamo avanzare delle pretese, non capiamo dove arrivi la percezione del nostro disagio di chi ci sta ascoltando.

Viaggiare mi ha insegnato ad avere un approccio zen anche nella vita quotidiana, tenendo sempre in mente che l’importanza che io attribuisco a determinate cose potrebbe essere ben diversa da quella attribuitagli da altri.

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Non è giusto o sbagliato.

Penso che non c’è uno modo di viaggiare giusto o sbagliato, fin quando lo si fa nel rispetto del Paese ospitante.

Come non c’è nessuno che ha il diritto di dirci che spostarsi nel Sud-Est Asiatico a bordo di un bus è l’unico modo per rendere autentico il viaggio o se non lasciamo il posto fisso per girare il mondo zaino in spalla allora siamo meno viaggiatori di altri.

E allo stesso modo nessuno può dirci quale sia il modo migliore di vivere la nostra vita e scandirne il successo con il raggiungimento di obiettivi che la società in cui siamo nati ha stabilito per noi.

Il confronto con culture diverse ci mette davanti all’evidenza che il valore attribuito a gesti e comportamenti può variare sensibilmente da Paese a Paese, rendendo tutto estremamente relativo e il benessere personale l’unico metro universalmente accettabile.

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Ora parlami di te, qual è il più grande insegnamento che il viaggio ti ha dato?

Francesca

Francesca

Amante del caffè in tutte le sue forme, l'importante è che sia rigorosamente senza zucchero. Expat seriale. Innamorata del mondo in ogni sua sfumatura e latitudine, ha perso il cuore in Africa, ma finisce col cercarlo sempre in altri posti. Ne parla poco, ma ha un debole per Londra e il Medioriente.

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8 thoughts on “Alcune cose che viaggiare mi ha insegnato

  1. È vero che viaggiare insegna tanto.
    A me ha insegnato ad avere più fiducia, a sapermi muovere in situazioni complesse da sola, ad aprire la mente e a non fermarmi alle apparenze.
    Viaggiare però mi ha anche aiutato ad uscire da momenti neri. Mi ha fatto arrivare a dire “posso farcela da sola”, e tornare a casa con uno spirito diverso. Cambiata, in meglio.

    Viaggiare è insegnamento e medicina. <3

    1. E’ successo diverse volte anche a me, Lucrezia, di scoprire una forza e una caparbietà di cui non ero a conoscenza e, a livello personale, credo che sia la conquista più grande.. specie quando si sta attraversando un periodo in cui abbiamo la sensazione che siano gli eventi ad avere la meglio 🙂
      Sono d’accordissimo: viaggiare è anche medicina, ma di quelle senza effetti collaterali 🙂

  2. Viaggiare è una scuola di vita! Io quando torno da un viaggio mi sento una persona migliore, magari per il semplice fatto di essere riuscita a fare amicizia con qualcuno o per aver superato una situazione spiacevole con ottimismo. 🙂

    1. Proprio così, in viaggio alcune situazioni “normali” diventano un po’ più complicate per una serie di motivi diversi e riuscire a superarle ci fa sentire bene, più forti.. una bellissima sensazione!

  3. Sono d’accordo su ogni punto, soprattutto: avere pazienza.
    A volte dagli imprevisti derivano nuove scoperte, altre volte no, ma non bisogna lasciarsi innervosire. 🙂

    1. Se ci lasciamo andare al nervosismo, rischiamo di rovinare intere giornate, se non addirittura l’intero viaggio e non credo proprio ne valga la pena! 😉

    1. Grazie Caterina!
      Indubbiamente viaggiare ha anche gli effetti che hai menzionato tu: in primis, l’apertura mentale!


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